Miranda quando arriva in redazione ha gli occhi lucidi, li ha lucidi da quasi due mesi, da quel maledetto 2 agosto quando Bepi all’improvviso se ne è andato. Miranda di cognome fa Azario e Giuseppe Ferrari, insieme da una vita, marito, 80 anni. Tutto bene, fino a qualche settimana fa. Poi cosa succede? “Che mio marito – racconta Miranda – necessitava di un periodo di riabilitazione e così mi hanno consigliato un ricovero temporaneo, un mese, al Sant’Andrea dove ci sarebbe stato il servizio di riabilitazione e di fisioterapia necessario”.
Giuseppe fa tutti gli esami di routine, doppio tampone negativo e tutto quello che serve e poi il 25 luglio entra al Sant’Andrea: “Un ricovero breve, ce lo avevano assicurato, riabilitazione e poi a casa”. Il conto ammonta a 2800 euro per 30 giorni. Bepi nel 1997 aveva avuto un infarto, assume farmaci salvavita che porta con sé, e con sé ha anche tutte le prescrizioni necessarie: “Ogni mattina – racconta Miranda – parlavo con la direttrice, io lui non lo vedevo, non era capace di fare videochiamate, l’ho chiamato diverse volte ma non rispondeva, anche ai miei figli. Poi quando sono riuscito a parlargli mi ha detto che lo lasciavano sempre seduto in poltrona”.
Dopo 4 giorni Miranda riceve una telefonata: “Mi dicono che mio marito ha avuto una crisi, che gli hanno dovuto immobilizzare le braccia, mi dicono che non vuole prendere i farmaci, ma a casa li ha sempre presi”: Il giorno dopo il marito peggiora: “Mi chiamano e mi dicono che lo hanno portato a Piario, aveva febbre alta al mattino e gli riscontrano anche la broncopolmonite. Ma come? Era entrato 5 giorni prima che stava benissimo?”.
Miranda si ferma qualche secondo, è ancora scossa. “Non ci hanno avvertiti della gravità in cui versava. Riusciamo a sapere qualcosa tramite alcuni conoscenti che lavorano a Piario, ci fanno capire che le condizioni sono molto gravi. A quel punto prendiamo l’auto e andiamo da lui, io e i miei figli. Mio marito era al terzo piano, nel reparto di medicina, non ci volevano fare entrare per le regole covid. Mi sono impuntata, volevo sapere come stava. Non mi avrebbe fermato nessuno, mi mettono camice e mascherina, vado da lui, occhi chiusi, lo chiamo, gli dico di stringermi la mano se mi sente, la stringe forte. Quindi capiva, ma non ha mai aperto gli occhi”.
Il mattino dopo Miranda è a casa, arriva una telefonata alle 10, è il due di agosto, domenica, Bepi è morto. Sono passati 9 giorni dal ricovero al Sant’Andrea…“E ho pagato 711 euro per quei 9 giorni, mi hanno chiesto anche il conto dei due giorni all’ospedale di Piario perché loro hanno tenuto occupata la sua stanza per lui”. Già, danno e beffa. A Miranda scendono le lacrime, le ipotesi sulla morte si fanno avanti ma qui non scriviamo nulla, nel caso ci saranno altre sedi competenti a giudicare una vicenda che ha dell’incredibile, entra in una struttura per una riabilitazione e uscire morti dopo poco più di una settimana. A Miranda viene consegnata la documentazione di …un altro paziente, con un altro tipo di terapia, un altro nome e un altro cognome. E qui le ipotesi si fanno inquietanti: “E anche gli indumenti che mi hanno dato non appartenevano a lui”. Noi ci fermiamo qui. “Ma vorrei che quello che è successo a lui non succeda a nessun altro”. Già.
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