Clusone Mons. Borlini Vicario territoriale

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E’ diminuito un po’ il volontariato a Clusone, occorre più coraggio nel mettersi in gioco”

Non dobbiamo aspettare che siano sempre le istituzioni a muoversi, andiamo noi incontro ai bisogni con disponibilità e generosità”.

Monsignor Giuliano Borlini è nel suo studio, giorni frenetici, un inizio d’anno impegnativo sul fronte pastorale, ci sono già stati 24 morti nelle due parrocchie clusonesi, tanti, in mezzo celebrazioni, incontri e ora la nomina a Vicario territoriale delle nuove Comunità Ecclesiali Territoriali che poi è la nuova denominazione dei nuovi Vicariati che da 28 vengono ridotti a 13. Uno di questi, il n. 2, ingloberà tre vecchi vicariati, quelli di Ardesio-Gromo, di Clusone-Ponte Nossa e quello di Vilminore. Abbiamo usato il verbo al futuro perché il tutto entrerà in funzione dopo l’estate. Il nuovo macrovicariato sarà diviso in due “Fraternità prebiterali”: Clusone-Scalve con 26 preti, Ardesio-Gromo-Val del Riso con 22 preti. A capo di questa grande Comunità è stato nominato appunto l’attuale Arciprete di Clusone, Mons. Borlini.

E la nomina è di quelle che contano e pesano e riportano Clusone al ruolo centrale anche per la Chiesa, anzi, togliamo l’anche, perché Clusone ha perso negli anni la centralità politica che aveva. La Chiesa ha da sempre una struttura gerarchica che è andata sfrangiandosi. Mons. Borlini diventa il punto di riferimento di tutti i 48 sacerdoti che operano in questo territorio. Una sorta di ritorno alla “congrega” degli anni preconciliari?

Ha senso in un momento come questo creare vicariati così grandi che vanno a segnare un grande cambiamento sul territorio, pensate davvero che così si rafforzi l’unità?

Il vantaggio di questa riforma – spiega Don Giuliano – è quello di offrire in modo graduale un nuovo modo perché la Chiesa entri non per dominare ma per ascoltare maggiormente quelle realtà con le quali oggi per tante ragioni la comunità cristiana non è pienamente in contatto, penso ad esempio all’aspetto educativo. E’ vero, c’è l’oratorio, c’è la scuola, ma mancano tante attenzioni, soprattutto nei confronti della fragilità dei minori, in questo ambito la Chiesa viene interpellata casualmente per necessità, ma non è inserita in maniera fissa e stabile. Non vogliamo invadere le4 competenze altrui, ma capire le esigenze di oggi, diventare parte integrante di progetti e rapporti con i ragazzi, che oggi sono sempre più in difficoltà, la fragilità avanza, lo si tocca con mano ogni giorno. (…)

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