di Luca Mariani
“Corri per qualsiasi cosa, ma corri!” Per Riccardo Trussardi non è solo la frase-profilo di whatsapp, ma è un modo di intendere la vita. Lui che domenica 3 marzo 2024, a Tokio è stato premiato per aver completato le sei maratone più importanti del mondo: New York, Chicago, Berlino, Londra, Boston e appunto quella nella capitale giapponese. Da atalantino vero, mentre riceve il tanto sudato e meritato applauso, al clusonese classe 1957 tornano in mente le parole di mister Gasperini: “Le medaglie si vincono in allenamento, poi in gara si vanno a ritirare.” Quella della corsa per Riccardo è una passione che ha radici molto lontane, negli anni Sessanta del secolo scorso: «Già da ragazzo correvo e come a tanti ragazzi mi piaceva l’atletica. A Clusone c’era il mitico Vittore Lazzarini che ci seguiva.» Racconta il maratoneta sessantaseienne: «Però a 19 anni ho smesso.» Sommerso dagli impegni di lavoro e scoraggiato dalla scomodità di essere tesserato dell’Atletica Bergamo e quindi avere come sede di riferimento per l’allenamento il campo in via delle Valli nel capoluogo di provincia, Riccardo decide di abbandonare la sua amata atletica.
Così passano gli anni. L’ex corridore si sposa, ha tre figli, l’attività di imprenditore con la sua Carpenterie Trussardi va sempre più a gonfie vele e per lo sport non c’è più spazio e tempo. Fino al 19 marzo 2004. È la Festa del papà e Riccardo riceve un regalo inaspettato: un tapis roulant. «È durato tre giorni ed è finito in soffitta, perché sono partito. Ho iniziato a correre sui sentieri e sulle ciclabili dell’Altopiano. Da lì non mi sono più fermato. È stato un riscoprire sensazioni che pensavo di aver dimenticato. La corsa è la cosa più bella del mondo. Mi dà la carica. Oltre al benessere fisico, quando torno a casa e faccio la doccia sono rilassato e i pensieri che avevo prima si sciolgono. Mi scarica la tensione. Per non parlare di come mi aiuta a tenere alto l’umore.»
Dopo aver riscoperto questa passione che sembrava archiviato nel cassetto del passato Riccardo incontra Vuerich, Beggiato, Della Pietra, Elio e Gigi, alcuni Amici del Gruppo Mirage, così chiamato perché il ritrovo serale era nel piazzale del vecchio cinema, ora Conad. «Con loro mi allenavo un po’ la sera e ho iniziato a entrare nel discorso che si fanno anche le gare. All’inizio ho fatto qualche mezza maratona e da lì mi sono tesserato al Pool Alta Valseriana. Per questo ringrazio Marco Rota che ancora mi segue nelle iscrizioni e mi tiene aggiornato su gare e risultati.» È il 2007. L’imprenditore-corridore compie 50 anni e vuole festeggiarli in maniera particolare. Perciò decide che è arrivato il momento giusto per iscriversi alla prima maratona della sua vita: «A Jesolo in notturna. Tagliare il traguardo è stata una soddisfazione bellissima. L’anno successivo avrei voluto rifarla, ma purtroppo non l’hanno più organizzata.»
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