Luca Mariani
«Il dato oggettivo è che Claudio Ongaro si è infilato nella Presolana. A fare cosa lo sa solo lui. Cosa gli è successo lo sa solo lui. E non è detto che ce lo possa raccontare.» Al comando dei carabinieri di Clusone ci sono ancora molti dubbi e pochissime certezze. È ormai passato un mese da quel maledetto 5 ottobre 2023. Da quel caldo pomeriggio di inizio autunno. Da quell’ultima volta che qualcuno ha visto e ha parlato con Claudio Ongaro, sulla Presolana, sul sentiero verso la zona dei Cassinelli. Però purtroppo «non ci sono novità.» Si ammette dal comando dei carabinieri clusonesi, da dove poi si precisa che «dati alla mano escludiamo che se ne sia andato via. È molto complicato. Anche perché non ci sono riscontri di una sua presenza in giro. Se n’è parlato molto, sono girate foto, nome e cognome. Nella zona poi ci si conosce tutti e a noi non è arrivata nessuna segnalazione». Perciò dall’Arma di Clusone filtra del pessimismo dettato dall’impossibilità di setacciare tutta la Presolana: «Non si riesce a coprire tutta quell’area, né con le unità cinofile, né con i droni. Ci sono dei limiti oggettivi. Sono talmente tanti i sentieri che non basterebbe tutta la popolazione di Clusone per batterli tutti.» Anche l’addetto stampa del comando provinciale dei Vigli del fuoco di Bergamo conferma le difficoltà nel riuscire a controllare tutta la zona circostante al passo delle Presolana, dove Claudio Ongaro ha parcheggiato la sua auto il 5 ottobre scorso: «È una zona abbastanza impervia e ci sono punti dove è davvero difficile arrivarci. Nemmeno con i droni si riesce ad arrivare in alcune forre scoscese…
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