Un rimpallo di responsabilità sui ritardi burocratici che minacciano di non far aprire in tempo gli impianti di Colere per l’inizio della stagione invernale. E sarebbe un danno economico enorme, come sottolinea la società che ha in pancia un investimento altrettanto enorme e di questi tempi addirittura eccezionale, intorno ai 30 milioni di euro per un rilancio che non si limiterebbe a un restyling, ma a nuovi collegamenti per creare un vero e proprio comprensorio sciistico con Lizzola (e anche un ventilato collegamento da Teveno e Polzone).
Oltre alle piste ci sono lassù in alto tre strutture di accoglienza che resterebbero ferme, se non si procede in fretta all’installazione della nuova cabinovia Carbonera-Polzone. Di chi è la colpa dei ritardi, di chi sarebbe la colpa se saltasse questa stagione sciistica?
L’investitore privato (RSI) è abituato a tempi brevi, si prende una decisione e la si applica se non il giorno dopo, in un mese al massimo. Oggi si va di fretta, certe opportunità o si colgono o si perdono, i mercati sono impietosi, le situazioni finanziarie cambiano di giorno in giorno, basta dare un’occhiata al mercato azionario, come scrisse Lorenz “un battito di ali di una farfalla in Brasile può provocare un tornado in Texas”, l’effetto della guerra di Putin all’Ucraina ha conseguenze pesanti sulla nostra economia famigliare.
Fatto sta che se il termine ultimo della “conferenza dei servizi” è il 6 dicembre, è passato quasi un anno da quando Massimiliano Belingheri ha illustrato a Colere il suo progetto. Se non è ancora stato nominato il “direttore dei lavori” (e questo, scrivono gli imprenditori privati, è solo in carico al Comune di Colere) non si può installare la cabinovia (e a occhio non la si potrà poi installare in un giorno).
Qui il sindaco Gabriele Bettineschi ha scaricato la responsabilità dei ritardi sulla società, mancherebbe il “quadro economico”. RSI risponde per le rime, se mancasse non ci sarebbe stata assegnazione di gara e conseguente project financing.
Siccome questo botta e risposta deriva dal nostro articolo del 7 ottobre (il nostro giornale ha evidenziato da mesi come i ritardi burocratici stiano frenando il progetto di investimento) crediamo sia positivo il fatto che si mettano le carte in tavola, in assemblea a Colere evidentemente non erano stati chiariti i punti essenziali che provocano i ritardi. “Fosse stato un imprenditore forestiero se ne sarebbe già andato”, è il commento più ricorrente.
Il nostro giornale è stato coinvolto per aver scritto che mancavano (su 12 enti chiamati in causa: e questa resta un’anomalia) tre pareri, quello della Sovrintendenza che si sa ha tempi biblici, ma soprattutto quello del Comune di Colere e della Comunità Montana. Quello di Colere era arrivato (positivo ovviamente, ci mancherebbe) il 27 settembre, protocollato il 28, dopo che due giorni prima, in assemblea, era stata evidenziata ancora la mancanza di questo parere. Comunque un parere arrivato con un ritardo di mesi (il primo parere positivo è arrivato appunto mesi fa dal Comune di Vilminore).
Manca ancora, oltre quello della Sovrintendenza, quello della Comunità Montana. Che sarà quello riassuntivo di tutti i pareri finora raccolti.
Gli errori ci sono stati, basterebbe ammettere che, di fronte a un progetto così importante, non si era attrezzati per affrontare i problemi, predisporre i complessi bandi di gara ecc. Tra l’altro l’ufficio tecnico in Comunità Montana è impegnato a tempo pieno su questi passaggi burocratici. A posteriori è ragionevole rilevare come fosse opportuno affidare il tutto a studi attrezzati per queste incombenze? Ma del senno di poi sono piene le fosse. Ma a volte ammettere gli errori è più costruttivo che negarli…
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 21 OTTOBRE