Gabriele Bettineschi e il suo primo anno da sindaco. “Sono arrivato dopo un anno e mezzo di commissario e quindi le cose da fare erano tante, ma di questi 13 mesi sono soddisfatto, anche se a volte mi sembra di dover rincorrere i miei colleghi della valle”. In Val di Scalve Gabriele non è nato, ma le origini del papà lo hanno portato qui fin da quando era un bambino: “Sono nato a Milano, mio papà si era trasferito da giovane per lavoro, ma i miei parenti sono sempre rimasti a Colere e quindi ogni occasione è sempre stata buona per tornarci, le vacanze estive, quelle di Natale, di Pasqua e appena si poteva il fine settimana”. Cosa ti piaceva di Colere? “La libertà che si poteva respirare in un piccolo paese di montagna e a volte pensavo alla fortuna che avevo: poter evadere ogni tanto dalla vita della città. Mi piaceva l’atmosfera del paese”.
Scuola? “Dopo aver frequentato asilo, elementari e medie a Corsico (paese di origine di mia mamma dove ho vissuto fino a vent’anni), mi sono diplomato all’Istituto Tecnico per Geometri nel prestigioso, almeno una volta, Istituto Tecnico Carlo Cattaneo, nel cuore di Milano. Nel 1993 finito il servizio militare, a dicembre, ho telefonato allo zio che aveva uno studio di geometra a Colere, gli ho detto che se avesse avuto bisogno io ero libero. Pochi giorni prima di Natale ho iniziato a lavorare da lui e beh, da quel giorno non mi sono più mosso da Colere”. E i tuoi genitori? “Io stavo da mia nonna e nel fine settimana venivano a trovarmi. In realtà ho dato l’assist a mio papà, che nel frattempo per problemi di salute era andato in pensione, e nel 1996 con mia mamma che ha lasciato il lavoro, hanno venduto casa e si sono trasferiti definitivamente a Colere. Non è stato un salto nel buio, anche mia mamma veniva qui dal 1966 e diciamo che le è sempre piaciuto. Da mio zio ho fatto la pratica per dare l’esame di Stato ed esercitare la professione, nel 1997 mi sono iscritto all’albo dei geometri e l’anno successivo mi sono messo in proprio”. Colere d’estate o d’inverno? “Se tu mi avessi fatto questa domanda qualche anno fa ti avrei detto inverno, perché arrivavano la neve e il freddo, oggi, invecchiando (sorride, ndr), ti dico che preferisco di gran lunga il sole e la bella stagione”.