COMUNITÀ MONTANA DI SCALVE – Nuova Presidenza Bettineschi Ma si è rischiato lo Schilparexit

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Come avevamo anticipato sull’ultimo numero il nuovo Presidente della Comunità Montana di Scalve, la più piccola delle 28 della Lombardia, è il sindaco di Colere Gabriele Bettineschi. L’assemblea (si fa sempre per dire: è composta da 4 elementi, i sindaci o loro rappresentanti) lo ha eletto all’unanimità. Quindi anche col voto del sindaco di Schilpario Marco Pizio. 

Tutto è filato liscio. Al Sindaco di Schilpario è stato dato quello che a Schilpario è stato vissuto come un “contentino”, vale a dire la presidenza dell’assemblea e la delega al turismo “settore nel quale il mio comune cred particolarmente e riveste un ruolo trainante per la valle intera. La mia scelta è quella della concretezza, ho un ottimo rapporto con i miei tre colleghi sindaci e ci sono impellenti necessità operative, la funzionalità degli uffici, la partecipazione ai Bandi ecc.”. 

Ottimo ma non abbondante. Come nel pomeriggio di venerdì 29 ottobre il sindaco Pizio è tornato in paese per il Consiglio comunale della sera ha capito che non tirava aria da fuochi di artificio. Infatti la seduta è stata movimentatissima, a un certo punto il sindaco ha avuto la sensazione di essere in minoranza (a Schilpario c’è lista unica) sull’eventuale voto sul documento presentato dal consigliere (ed ex sindaco) Gianmario Bendotti che, evidenziando come Schilpario sia a questo punto escluso non solo dalla Giunta della Comunità Montana (composta dal Presidente Bettineschi, dal vice presidente sindaca di Azzone Mirella Cotti Cometti e dal delegato di Vilminore Stefano Magri che sostituisce l’ex Presidente e riconfermato sindaco di Violminore) Pietro Orrù) ma anche dalla rappresentanza scalvina nel Bim dell’Oglio bergamasco (dove c’è lo stesso Stefano Magri) e anche dal Parco delle Orobie dove i due rappresentanti sono la sindaca di Azzone e il suo vicesindaco Davide Tontini. Schilpario si sente quindi penalizzato, escluso da tutto. 

Il documento di Bendotti prevedeva tre soluzioni: 

1) Modifica dello Statuto, portando la Giunta a 4 componenti, vale a dire che Giunta e assemblea si identificano. Lo scoglio è fare accettare questa modifica alla Regione. Il sindaco Pizio si è comunque impegnato a valutare questa ipotesi. Anche perché comunque lo Statuto dovrà essere modificato perché attualmente prevede che la Presidenza dell’Assemblea sia assegnata al Presidente della Giunta. Vale a dire che si è promesso al sindaco di Schilpario una carica che lo Statuto vieta.

2) Il sindaco rimane nell’assemblea ma come controllore (eufemismo per dire che si mette all’opposizione e questa sarebbe un precedente assoluto nell’ex Direttivo e attuale Giunta della Cm).

3) Uscita dalla Comunità Montana. Quest’ultima soluzione era una sorta di provocazione, perché se ci fosse lo Schilperexit salterebbe la Comunità Montana di Scalve. Infatti Schilpario dovrebbe comunque aggregarsi a una Comunità Montana, o a quella della Valle Seriana (che conta già 38 Comuni e al cui interno prende corpo la proposta di spaccarla in due, proposta avanzata da Castione, Clusone e Rovetta) e a quella della Valle Camonica (40 Comuni) con cui Schilpario confina, anche se diviso dal Passo del Vivione, chiuso ogni inverno….

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