Ha scelto di patteggiare. Padre Antonio Zantti è stato condannato a 4 anni, nel patteggiamento l’imputato non contesta l’accusa e in cambio ha diritto a uno sconto sulla pena fino a un terzo, altrimenti la condanna sarebbe stata maggiore. La stessa scelta l’hanno fatta gli altri due indagati: Anna Maria Preceruti, presidente della Cooperativa Rinnovamento e il dipendente Giovanni Trezzi. Zanotti e i suoi due dipendenti sono solo i primi tre indagati dell’inchiesta sui migranti aperta dalla Procura di Bergamo, Padre Antonio Zanotti, 73 anni, fondatore della cooperativa Rinnovamento di Fontanella Onlus Oasi 7 di Antegnate e ‘gestore’ del Convento dei Cappuccini di Sovere dove è stato arrestato nei mesi scorsi. Un’inchiesta cominciata però nel 2017 dal pm Davide Palmieri che ha poi girato il fascicolo al collega Fabrizio Gaverini. Accuse pesanti quella a carico di Padre Zanotti che avrebbe pianificato illeciti per ottenere soldi che girava su carte di credito che usava lui per fini personali, nelle perquisizioni sono stati trovati anche 126 mila euro, l’accusa è di truffa aggravata ai danni dello Stato. Padre Zanotti difeso dall’avvocato Sergio Fiori di Crema ha scelto di patteggiare 4 anni. Stessa decisione per la presidente della cooperativa Anna Maria Preceruti, 59 anni di Antegnate sempre assistita dall’avvocato Fiori che patteggia 3 anni e 9 mesi. La donna organizzava ed eseguiva secondo l’accusa gli illeciti finalizzati ad ottenere erogazioni pubbliche. Patteggiamento di 3 anni e 8 mesi per Giovanni Trezzi, 40 anni di Crema assistito dall’avvocato Marco Severgnini, per gli inquirenti era il dipendente che gestiva la contabilità. Ma il capo indiscusso e il leader dell’organizzazione secondo chi indagava era Padre Zanotti. Questa però è solo la prima parte della maxi inchiesta sui migranti che coinvolge anche la Caritas e le cooperative Ruah e Diakonia e che vede indagati altri nomi eccellenti.