La Valcart rimane lì, con le sue ferite addosso e la voglia di ricominciare che hanno sempre avuto dentro i suoi proprietari, abituati a rimboccarsi le maniche, a lavorare, a soffrire e ripartire, così come i suoi 40 dipendenti diretti e i 30 dell’indotto. Poi quelle macchie multicolori comparse il giorno di pasquetta all’altezza della foce del fiume Oglio, tra Costa Volpino e Pisogne. L’esposto presentato da Legambiente ipotizzava un nesso proprio con quanto successo alla Valcart di Rogno (specializzata nel trattamento e smaltimento di rifiuti), anche perché il colore delle macchie portava, secondo Legambiente, a ipotizzare un inquinamento da idrocarburi. Erano state posizionati panni assorbenti da parte della Provincia di Bergamo, dai sindaci di Rogno e Costa Volpino con l’ausilio dei vigili del fuoco, la macchia oleosa si era infatti estesa un po’ ovunque, poi era diminuita grazie alla pioggia caduta nei giorni scorsi. L’Arpa ha analizzato i campioni dell’acqua prelevata e sorpresa, man on troppo, la macchia apparsa sull’Alto Sebino è stata causata…dalla piena dell’Oglio avvenuta tra il 25 e il 27 aprile. Insomma, la colpa, è ancora una volta delle fogne della Valcamonica, si stanno ancora aspettando alcuni Comuni che non hanno i depuratori…
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