Giulio Minelli, 60 anni, 27 Parigi Dakar, 1 vittoria. Numeri impressionanti, da fare venire i brividi anche solo a scriverli. Come sentire addosso e dentro la passione per i motori e l’avventura, che insieme formano anche l’amore per la vita. Giulio è nella sua officina-negozio a Costa Volpino, tornato da pochi giorni dall’ennesima Parigi – Dakar, intorno a lui moto e moto: “Ho cominciato da ragazzino, scuola meccanico a Edolo, e da allora non ho più smesso, avevo 14 anni, poi dopo qualche anno che facevo il meccanico ho conosciuto Ciro de Petri, a 20 anni la prima Parigi Dakar. Facevo assistenza, meccanico”. Da lì non ho più smesso: “E ho cominciato a fare il navigatore alla Parigi Dakar”, quella Dakar che Giulio ha vinto nel 1986 con Giacomo Vismara, anni in cui la Parigi Dakar era su tutte le tv e su tutti i giornali: “Anche adesso c’è passione e attesa ma in questo momento sono di più i francesi a trasmetterla, noi comunque quest’anno avevamo al seguito un camper di giornalisti sky che ogni giorno facevano una diretta di un quarto d’ora dove raccontavano la gara”. Minelli racconta: “Alla fine degli anni ’90 c’è stato il vero boom per noi italiani, con Ciro De Petri, Edi Orioli, Marinoni, Gualdi. Ricordo le prime Dakar che ho corso, compravamo la bussola dall’orefice, avevamo una cartina geografica e capitava di perdersi e non sapere dove fossimo, la sicurezza era quella che era, ci si perdeva con facilità nel deserto, non c’erano i sistemi di navigazione di oggi. Ora se ti si ferma il camion hai una pulsantiera con un sacco di tasti per tutti i tipi di problemi, volendo in 5 minuti arriva l’elicottero”. Ti sei mai perso i primi anni? quando avevi solo bussola e cartina? “…
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