Obiettivo Tokyo 2020, Paralimpiadi. In mezzo mesi, giorni, istanti dove mischiare passione a sorrisi, lacrime, sudore. Di Claudia Cretti tornata nel mondo delle corse dopo il terribile incidente del Giro d’Italia Rosa 2017, con una nuova squadra, la Born to Win, realtà marchigiana in grande sviluppo, ne stanno parlando tutti in questi giorni. Noi invece siamo andati, o meglio siamo tornati, da mamma Laura, parecchi mesi dopo il primo incontro, quando Claudia era appena rientrata dall’ospedale. Laura, tre figli, psicologa, mamma, una vita di corsa e da quel giorno una vita cambiata. Come va? “Beh, non posso lamentarmi, però sono stanca morta, e so che se Claudia metterà in pratica tutto quello che sta sognando ci sarà da correre ancora di più, ma ci sta, va bene così”. Cosa è cambiato rispetto alla vita che facevi prima? “Come mamma contino a fare miei i sogni dei miei figli, a rincorrere quelli, sono invece cambiati gli obiettivi di tutta la famiglia, perché quella tragedia ci ha cambiati, il tempo per un po’ si è fermato e si sono cristallizzate alcune cose che poi quando sono ripartire hanno preso altre direzioni”. E tu come sei cambiata? “Sono più forte sicuramente, prima ero molto ansiosa, lo sono ancora però mi sento una donna nel pieno delle sue forze e non mi fa più paura niente, anche quando Claudia è tornata in bici non ho avuto paura, è stata talmente tanta la paura di perderla che ora non ho paura di niente, solo che a volte mi sento molto stanca, quello che è successo a Claudia è stata una scossa per me. In quel periodo, prima dell’incidente, stavo raggiungendo una mia tranquillità, i figli ormai sulla loro strada, sai che pensavo già alla pensione? insomma, una vita tranquilla, come quella di tutte le donne che si avvicinano ai 50 anni. Quello che dovevo seminare l’avevo seminato, ho dovuto riprogrammare tutto, come se avessi appena partorito, ripartire da zero, tornare a pensare al futuro, a programmarlo, con la stanchezza dell’età e le preoccupazioni”. Una sorta di rinascita con tutti i pro e i contro di una rinascita: “Sì, e quando mi sentivo dire che avrei dovuto vedere il lato positivo di questa tragedia, di questa rinascita sentivo dentro molta rabbia, nel senso che io di questa rinascita ne avrei fatto volentieri a meno, ma poi un po’ alla volta ho capito, ho respirato, ho vissuto che con una nuova rinascita si può davvero ripartire. Claudia era salva, certo, non era più la Claudia di prima, come dover elaborare un lutto e ripartire”….
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