Marco non si lamentava mai. Marco Faustini aveva 32 anni, era malato da quando di anni ne aveva 9 ma lui aveva deciso di essere felice. E felice lo era. Lo avevamo incontrato qualche tempo fa, per una lunga chiacchierata dove ci aveva raccontato tante cose di lui, milanista, classe 1990, viveva al Piano, la frazione che porta verso Pisogne con papà Redento e mamma Amedea mentre a Volpino vive sua sorella Sonia con il marito e i suoi due figli.
Un guscio di famiglia per Marco. Un guscio dove respirare quella meraviglia che gli si leggeva nello sguardo. Aveva 9 anni, ero un bambino come gli altri, giocava, andava in bici, correva, a un certo punto ha cominciato a cadere, così, all’improvviso. “La prima volta – ci aveva raccontato Sonia – era con me, e i miei genitori mi hanno sgridata perché pensavano fossi stata io a farlo cadere”. Marco continua la sua vita ma anche le cadute continuano, sempre più frequenti e fatica a rialzarsi: “L’ho portato dai medici –aveva spiegato mamma Amedea – al momento non capivano, ricordo un medico, una visita privata, lo aveva fatto camminare in corridoio, da una parte io e dall’altra mio marito e Marco in mezzo, alla fine il medico si è rivolto a mio marito ‘faccia curare sua moglie, per i figli maschi alcune donne diventano matte, questo bambino non ha niente’. E invece…”.
***
Marco, ti ho lasciato
un bacio sul comodino
prima di uscire,
di andare lassù
ti ho lasciato un bacio
sul comodino per quando
ti sveglierai.
O forse per quando mi sveglierò io
Perché lassù tu sei sempre nella luce
Sei sempre sveglio
Oggi portalo con te.
Portalo sempre con te.
come se non fosse bastato
ieri e domani
arrivasse troppo tardi.
È lì.
Sul
comodino.
E sarà ogni sera una buonanotte
E ogni mattina un buongiorno
Con te. Che sei lassù.
Che sei vento nuovo
Se ti va.
Vieni ad aprire le finestre delle
mie ore, ho bisogno
d’aria nuova
sui giorni di questo cuore.
Ho bisogno del tuo alito
Che era sempre aria nuova
Che lo sarà sempre
Anche da lassù
SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 2 GIUGNO