Matteo Grigis e il titolo italiano di Enduro: “La prima moto a 5 anni, i consigli di papà e quel senso di libertà…”
Campione italiano di Enduro Junior 300, Matteo Grigis ha incorniciato una vittoria che ti resta nel cuore per sempre. Un mix di sacrifici, dedizione e felicità. Ci sono passioni che fanno vibrare le corde dell’anima, come quella che Matteo si porta dietro fin da bambino. Di casa a Costa Volpino, anzi Ceratello per la precisione, un mestiere da piastrellista e un amore infinito che lo porta in sella alla sua moto “che mi dà tanta adrenalina e una sensazione di libertà ogni volta che ci salgo e che forse a parole non riesco nemmeno a spiegare”. 22 anni e quel campionato Under 23 vissuto d’un fiato con tre gare vinte e le altre due sul secondo gradino del podio. All’ultima giornata, a Castiglion Fiorentino, in Toscana, la grande festa: “Se me l’aspettavo? Beh, sì, volevo vincere, sapevo di andare più forte rispetto al mio avversario, anche lui è in gamba… diciamo che me l’ha fatta sudare, ma ce l’ho fatta”. Dedica? “No, non ci ho pensato”, sorride. A te stesso? “Un po’ sì, è uno sport impegnativo sia a livello economico, fisico, ma anche di tempo. Quando ci sono le gare si parte sempre due, tre giorni prima e poi ci sono gli allenamenti… e quando hai anche un lavoro, non è sempre facile far combaciare tutto”…
Thomas: “Mamma e papà ci seguono ovunque, mi alleno sempre con mio fratello. Senza moto non so stare…”
“Dovevo correre l’ultima gara e portarla a termine, bastava solo quello per vincere il titolo, perché ero in testa alla classifica con 15 punti di vantaggio sul mio avversario” ed è andata proprio così per Thomas Grigis, che si è laureato campione italiano Junior nella categoria 250 2T a Castiglion Fiorentino, in Toscana. 22 anni, operatore forestale di mestiere con una grande passione per la moto che coltiva fin da bambino insieme al fratello gemello Matteo, a papà Marco e mamma Enrica, che li seguono ovunque. “L’ho vissuta come una gara normale, poi certo, non dovevo commettere errori e dovevo restare concentrato fino alla fine. Dovevo solo contare su di me e sulla moto, quindi sì, me l’aspettavo potesse andare così. È stato un anno di alti e bassi, sono partito con una vittoria e poi ho sempre mantenuto il secondo posto e i risultati sono arrivati… anche se non l’ho realizzato subito di essere diventato campione. In gara contano sia il fisico che la testa, perché a metà gara non ce la fai più e lì deve subentrare la testa e se non sei concentrato guidi male”.
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