“Fino a 1.360 euro nel 2024 grazie al ticket pasto. Poi più tutele per lavoratori fragili”. Intanto l’azienda chiede la cassa
Nello storico Cotonificio Albini della Valle Seriana già nei primi giorni del 2023 le organizzazioni sindacali avevano chiesto di ripristinare la contrattazione aziendale dopo gli anni difficili delle procedure di mobilità (fortunatamente volontaria e incentivata). Nei giorni scorsi si è riusciti, finalmente, a mettere mano al capitolo economico, con il raggiungimento di un accordo per l’innovativa introduzione dei ticket restaurant, fino ad oggi inesistenti. La proposta di intesa è stata approvata a larghissima maggioranza dai lavoratori riuniti in assemblea mercoledì e giovedì scorsi.
“Il clima resta di incertezza per tutto il comparto del tessile. A fronte di una richiesta di cassa integrazione (inoltrata dall’azienda la scorsa settimana) e della sospensione delle trattative sul Premio di risultato per il biennio 2024 e 2025, abbiamo cercato soluzioni alternative per venire incontro alle esigenze economiche dei lavoratori nella attuale congiuntura economica” hanno spiegato oggi Giuseppe Errico di FILCTEM-CGIL, Sergio Licini di FEMCA-CISL e Gianfranco Salvi di UILTEC-UIL di Bergamo. “Quello raggiunto è un accordo innovativo per questa azienda: si arriva a un’erogazione tramite ticket che può avere un montante massimo di 1.360 euro annui per il 2024 e di 1.632 per il 2025. In precedenza esisteva solo un’indennità mensa di pochi euro al mese. Dal 1° gennaio 2024 verranno, dunque, versati buoni pasto giornalieri del valore nominale di cinque euro (per i lavoratori in regime orario 6X6) e di 6 euro (per i lavoratori in regime di orario 8×5). Gli importi saranno poi incrementati di 1 ulteriore euro nel 2025. I benefici economici saranno così operativi sin dalla mensilità di gennaio, permettendo ai lavoratori di avere un sollievo immediato nel mezzo della attuale spirale inflazionistica”.
“All’interno di questo accordo siamo, inoltre, riusciti a inserire ulteriori misure di tutela per le fasce di lavoratori più fragili, come i malati di lungo periodo, prevedendo un paracadute economico che garantisca una forma di erogazione con voucher in caso di assenze dal lavoro superiori ai sei mesi”, proseguono i tre sindacalisti. “L’accordo ha il pregio di venire applicato a tutti i lavoratori degli stabilimenti di Albino e Gandino, ricomprendendo oltre a quadri, impiegati, operai e apprendisti anche i lavoratori in somministrazione e coloro che sono in smart working”.
“L’intesa che siamo riusciti a raggiungere assume una rilevanza ancora più significativa a fronte dell’attuale richiesta di cassa integrazione inoltrata dall’azienda e in generale a fronte dell’andamento del settore tessile. Ora ci auguriamo che il periodo di ammortizzazione richiesta sia limitato sia nel tempo che nell’utilizzo che se ne farà” concludono Errico, Licini e Salvi.