Era il 23 aprile 1981 quando gli Alpini credaresi si riunirono per le elezioni del Capogruppo e del direttivo; dall’urna uscì eletta la seguente compagine:
Capogrupo BELLINI Battista
Direttivo composto da: COBELLI Angelo – PARIS Alessandro – VIGANO Giorgio – SEGHEZZI Lorenzo – SIGNORELLI Renzo – TALLARINI Mario e CERESA Gianpietro.
Il nuovo Capogruppo ed il direttivo si diedero come priorità la costruzione di un monumento dedicato agli Alpini che a Credaro mancava.
Dalle parole ai fatti non si perse tempo ed i 6 settembre 1981, alla presenza di un foltissimo gruppo di gagliardetti e di un migliaio di Alpini, venne benedetto il Monumento degli Alpini e consegnato alla comunità credarese come simbolo di perenne memoria. L’anno successivo lo stesso venne abbellito con la posa dell’alpino in bronzo opera dello scultore grumellese Locati.
Con il nuovo ed entusiasta direttivo il Gruppo Alpini Credaro cambia strategia ed inizierà a prendersi cura dal punto di vista pratico del proprio territorio iniziando dai due gioielli per eccellenza: le Chiesette di San Giorgio e dei Santi Fermo e Rustico che accusavano gravi danni e già nel novembre 1982 smontarono il tetto di San Giorgio, che faceva acqua da tutte le part, e lo rimisero a nuovo salvando i preziosi affreschi di Lorenzo Lotto.
Successivamente venne riparato anche il tetto della Chiesetta dei Santi Fermo e Rustico e nel contempo si recuperò anche tutta l’area intorno recintandola con una siepe, piantumandola a prato e dotandola di energia elettrica ed acqua.
Sempre dal 1981 il gruppo iniziò la tradizione che ancora perdura del “Babbo Natale nelle scuole”, momento di scambio d’auguri con gli alunni delle scuole credaresi, tra i momenti ricreativi portati avanti negli anni si annoverano inoltre castagnate, sagre, la festa campagnola di San Fermo (preludio a quella che poi diverrà la Sagra di San Fermo), al Gruppo Alpini appartiene anche la paternità della Prima Festa dell’Anziano che venne organizzata nel 1982 presso la struttura allestita in occasione della Festa degli Alpini.
Anche dal punto di vista culturale il gruppo è sempre stato presente sul territorio con le giornate del tricolore nelle scuole, l’organizzazione della Giostra della Dobbiana (evento di richiamo medioevale a cadenza biennale svoltosi dal 1986 al 2004), le giornate del verde e molto altro.
Il 7 ottobre 1984 il capogruppo Battista Bellini, già riconfermato per il secondo mandato, da corso
alla fondazione in Credaro del Primo Nucleo di Protezione Civile ANA del Basso Sebino e della Valle Calepio. Sarà proprio Credaro a fare da trainer per tutti gli altri gruppi del territorio limitrofo.
Dalla nascita del Nucleo di Protezione Civile l’impegno divenne ancora maggiore e sul territorio di Credaro si possono ricondurre a loro le seguenti realtà:
- il ponticello pedonale di Via delle Menzane che attraversa il Torrente Uria;
- argini in diversi tratti del Torrente Uria per contenere i fenomeni di erosione;
- i parcheggi di via Don Luigi Monti e di Via Luigi Cadorna;
- il Parco degli Alpini e della Protezione Civile di Via delle Menzane;
- il rifacimento del Parco circostante il monumento degli Alpini;
- la costante manutenzione del Monumento ai Caduti con realizzazione del ricordo ai caduti di Nassyria;
- il recupero della Strada di Sottocorna che collega Credaro con Sarnico passando per Villongo e della Santella posta all’ingresso del sentiero stesso;
- la sede degli Alpini e Protezione Civile;
- diverse opere realizzate presso l’asilo, la Chiesa Parrocchiale e l’Oratorio
Oltre a tutto questo, e molto altro, operare a livello locale gli alpini credaresi sono intervenuti quali Volontari di Protezione Civile (sempre capeggiati da Battista) in ogni tipo di emergenza e per molteplici operazione di prevenzione ed “aiuto”, si citano solo alcuni dei luoghi più significativi della loro generosa laboriosità: Piazzatorre – Mezzoldo – Valtellina – Val di Togno – Comunità Emmaus Chiuduno – Reggio Emilia – Monza – Val di Caffaro – Alessandria – Foligno – Belfiore Liè – Sarno – Quindici – L’Aquila – Cinque Terre – Mantova – Torino – Legionowo (POLONIA) – Finale Emilia e giusto per non farsi mancare nulla il grande impegno per Emergenza Meningite ed Emergenza COVID che ancora sta continuando con i turni di guardia agli Hun vaccinali.
Quarant’anni di importante lavoro che hanno sicuramente alla prova lo spirito alpino do Battista Bellini e dei suoi fedelissimi.
Tutto questo impegno di Bellini non è sicuramente andato sprecato, tant’è che lo scorso 7 maggio è stato riconfermato alla guida del Gruppo Alpini di Credaro per il prossimo triennio.
A questo punto è nata in noi la curiosità di intervistare quest’uomo umile ed esile, ma sicuramente forte nei valori e nella volontà, che da quarant’anni coordina un gruppo mai domo e sempre operativo su tutti fronti.
“Giù la testa e lavorare”, queste a più riprese ha ripetuto durante l’intervista, un gruppo quello degli alpini e della protezione civile al SERVIZIO della comunità di Credaro, si perché, dice Battista “quando il Sindaco o il Parroco chiamano noi rispondiamo eccoci, cosa dobbiamo fare?”.
Dopo 40 anni i suoi “uomini” dicono speriamo ci stia lui per molto altro tempo, perchè quello che ha fatto quest’uomo per la nostra comunità è difficilmente descrivibile. Dal 1981 è presente ogni giorno per ogni necessità.
Sentiamo invece ora il pensiero di Battista.
40 anni al comando del gruppo degli Alpini: emozioni e ricordi
“Le emozioni e i ricordi sono molti, dalla mia elezione a capogruppo nel 1981, con molti alpini che sono da allora ancora operativi al mio fianco, ne abbiamo passate veramente tante. Amicizie vere e durature, lacrime per gli amici andati avanti e per i dolori che la vita ha riservato alle nostre famiglie, gioie condivise, ma soprattutto tanto spirito di gruppo ed altruismo trasformati in energia per intervenire in ogni necessità in paese e fuori paese”.
In 40 anni come è cambiato il gruppo e come è cambiato lei (a parte l’età naturalmente)
“Il gruppo non è cambiato molto se non per quegli alpini che hanno “ posato lo zaino a terra e fatto un passo avanti”. Il rammarico è che con la cancellazione della leva obbligatoria non ci sono più forze nuove alpine a garantire il ricambio generazionale, anche se mi ritengo fortunato perchè il mio gruppo può contare su diversi “aggregati volontari di Protezione Civile” che, pur non essendo alpini, agiscono con spirito alpino. Rispetto a me che dire, a parte l’età e qualche acciacco nulla è cambiato, lo spirito e sempre quello, la voglia di lavorare c’è. Poco prima del suo arrivo ero al telefono per una richiesta di volontari per il servizio in area Fiera di Bergamo per vaccini Covid e tra i disponibili ho messo anche il mio nome”.
Capogruppo in piena pandemia, come l’ha vissuta?
Sicuramente la pandemia ha messo alla prova tutti. Io ho detto ai miei volontari: ragazzi sempre presenti, non dobbiamo avere paura perchè se abbiamo paura è un male per tutti. Il gruppo si è messo a disposizione dell’Amministrazione Comunale, della parrocchia e della UTES del Basso Sebino ed i volontari hanno svolto qualsiasi tipo di servizio, dal più triste delle sepolture, alla consegna a domicilio di medicinali, mascherine, sacchi per l’immondizia, spesa. Abbiamo eseguito i servizi più disparati tra cui accudire un pollaio. Si portare da mangiare alle galline, perchè una famiglia era in quarantena causa COVID ed un volontario del gruppo tutti i giorni andava ad accudirle dando loro da mangiare e bere…
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 4 GIUGNO
Come Presidente fondatore e onorario della prima associazione di Protezione Civile in Italia (grazie all’interessamento personale dell’On. Spadolini e On. Zamberletti) il 14 febbraio 1980, ho fontato la prima Associazione di Protezione Civile. Leggendo i vostri articoli, esprimoun plauso immenso a tutti voi alpini, per quello che avete svolto in centinaia di località a favore della popolazione. Con grande stima per tutti voi, auguro un felice proseguo delle meravigliose vostre attività e interventi.