CREDARO – INTERVISTA – Il nuovo parroco don Carlo si presenta: Gandino e la vocazione nata facendo il chierichetto, il Seminario, le esperienze da curato e parroco

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Don Carlo Caccia, nuovo parroco di Credaro, ha salutato i suoi ex parrocchiani di Ossanesga (frazione di Valbrembo) domenica 11 settembre. Nella mattinata di domenica 25 settembre fa invece il suo ingresso nella Parrocchia che il Vescovo Mons. Francesco Beschi gli ha affidato.

Abbiamo parlato con lui pochi giorni prima del suo trasloco in questo paese che fa da cerniera tra il Basso Sebino e la Val Calepio, a due passi dalla parte bassa del Lago d’Iseo.

Le radici di don Carlo sono lontane da queste zone. È infatti nato all’inizio del 1964 (il 19 gennaio) in Media Val Seriana, a Gandino.

Il sacerdote ritorna con la memoria agli anni della sua infanzia. Da chi era composta la famiglia Caccia? “Eravamo in quattro: papà Francesco, mamma Lina, io e mio fratello Santino. Mio papà era emigrante in Svizzera e lavorava nel settore dell’edilizia”. Lo vedevate raramente? “No, lui tornava a casa nei fine settimana, quindi lo vedevamo regolarmente”.

Che bambino era il piccolo Carlo? Era già legato alla realtà della Chiesa? “Sì. Io facevo il chierichetto e frequentavo l’Oratorio. Ero quindi piuttosto vicino alla Chiesa. Tra l’altro, mia mamma era una donna molto religiosa e collaborava in Parrocchia, quindi posso dire di aver seguito il suo esempio”.

Quando ci sono stati i primi segni della sua vocazione sacerdotale? “È nata facendo il chierichetto, ero infatti molto presente alle funzioni e mi piaceva fare quello che facevano i preti. Sono stati molto importanti gli esempi del parroco don Alessandro Recanati e del curato. E così – spiega don Carlo – ho frequentato la prima Media a Gandino, ma in seconda sono passato al Seminario. Ho quindi trascorso 12 anni in Seminario”…

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