Storie di donne, che in comune hanno la fascia tricolore. Noi la festa della donna l’abbiamo voluta raccontare così, attraverso le loro voci. Perchè abbiamo voluto dare un segnale diverso, raccogliendo voci diverse.
CREDARO – Adriana Bellini, sindaca, leader della Comunità Montana e Bim: “Ruoli da maschio, hobby femminili”
Adriana Bellini. Sindaca, libera professionista, geometra, presidente della Comunità Montana dei laghi Bergamaschi e del Bim dell’Oglio. Unica donna a reggere queste cariche in provincia di Bergamo. Adriana in questi giorni è alle prese con la frana di Tavernola, che tiene tutti col fiato sospeso e con il Covid in quella che è diventata zona arancione rinforzata: “Ho ruoli, anche lavorativi, che sono tipicamente maschili, è vero, ma io faccio quello che mi piace, sin dal tempo della scuola ho vissuto in mondi maschili e col mio mestiere di geometra sono abitata a rapportarmi agli uomini ma ho un rapporto molto diretto e schietto. Non ho mai avuto problemi ad approcciarmi a loro professionalmente”. Cos’hai in più e cos’hai in meno degli uomini? “Noi sappiamo mettere una sensibilità tipicamente femminile, gli uomini riescono ad essere più freddi e forse in qualche caso è meglio, io credo di riuscire a mixare bene le due cose e a estrapolare i vantaggi sia di un aspetto che dell’altro”. Qual è il tuo punto di forza? “La determinazione…
GANDELLINO – Flora Fiorina: “Quando ho iniziato a fare il medico eravamo solo due donne”
“Il fatto di essere donna francamente non ha mai condizionato negativamente il mio impegno amministrativo e politico, forse anche perché questo impegno data fin dagli anni della mia giovinezza. Indubbiamente tuttavia l’approccio delle donne agli incarichi pubblici è un po’ diverso, dovuto, credo, alla maggiore disponibilità della natura femminile alla tolleranza, al confronto, al dibattito; ed è anche un approccio più dinamico, in quanto siamo abituate a gestire in contemporanea anche il vissuto domestico, i figli, il marito, la casa, e perciò anche abituate a prendere decisioni rapide in tempi brevi. Del resto, abbiamo molti esempi di tante donne che riescono benissimo a conciliare tutti questi ambiti di attività, senza …perdersi in lunghi discorsi poco concludenti come a volte fanno i maschi, spesso portati più di noi a sponsorizzare se stessi e perciò poco attenti ai propri limiti ed all’esercizio dell’umiltà che favorisce la relazione…”
GRUMELLO – Simona Gregis: “A noi donne manca un po’ di autostima. Io, ottimista e piena di passione”
“Chi decide se sei decisa, forte, tosta? Il carattere conta, ma tutto parte dall’esperienza che hai, e non intendo soltanto in politica o in amministrazione, ma anche nel mondo della scuola, del sociale, del volontariato e via dicendo. Forse a noi donne manca un po’ di autostima rispetto ai colleghi uomini, dovremmo imparare a credere un po’ più in noi stesse. Per quanto mi riguarda credo di aver iniziato ad aver stima in me quando ho iniziato a fare l’assessore, magari l’avevo anche prima, ma non me ne sono resa conto. Sicuramente in questi anni la passione e l’esperienza sono state determinanti”, Simona Gregis, sindaco di Grumello del Monte, inizia così a raccontarci cosa vuol dire essere primo cittadino.
Passione, questo è un elemento chiave che non può mancare: “Di carattere sono ottimista, ma ci vuole passione e anche la coscienza di non poter arrivare sempre dappertutto, in particolare in un anno come quello appena passato. In quelle circostanze ti senti impotente, è umano anche avere questi sentimenti, e non significa essere debole. Per una donna è più facile dire che è in difficoltà, si emoziona più facilmente. E poi noi siamo più facilmente attaccabili e offendibili, lo vediamo anche sui social, ma questo non ci deve buttare a terra. “Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per essere giudicate brave la metà”, per dirla con una citazione famosa. Il ruolo del sindaco spesso comporta delle decisioni immediate e urgenti, anche se io ho sempre lavorato insieme al mio gruppo consiliare, di cui mi fido molto, so di non essere da sola, mi piace ascoltare i pareri degli altri prima di agire”.
VILLA D’OGNA – Angela Bellini: “Siamo più realiste e abbiamo uno sguardo diverso”.
Essere Sindaco donna: è sicuramente un traguardo che, le donne della mia generazione, non avrebbero pensato di raggiungere facilmente, considerato che il nuovo Diritto di Famiglia, e quindi la parità di dignità di genere, porta la data del 1975, anni in cui la contestazione femminile non dava per certa la conquista di obiettivi che si ritenevano legittimi. Ciò è stato abbondantemente superato. Anzi, la solidarietà femminile per la candidatura a Sindaco l’ho “sentita a pelle” durante la campagna elettorale fino all’esito finale inaspettato, per quanto mi riguarda.
Essere Sindaco donna mi ha dimostrato quanto sia importante la presenza femminile al tavolo della “gestione pubblica”. Di fatto, le donne in generale sono molto più pragmatiche e realiste, in modo particolare quando le scelte riguardano la sfera umana delle persone. Lo sguardo femminile di fronte a particolari temi sociali viene molto apprezzato e questo favorisce la condivisione di intenti. Ciò non esclude la concretezza e la capacità decisionale delle donne anche in ambiti che sembrano relegati solo alla sfera degli uomini.
Personalmente non ho particolari problemi di conciliazione della vita familiare, figli ormai adulti, lavoro e ora “felicemente pensionata”, mi hanno sempre permesso di gestire l’impegno di mandato, anche se è d’obbligo rinunciare ad altre attività del “proprio” tempo libero…”
PEIA – Silvia Bosio: “Dolce fermezza e capacità di accoglienza”
“Devo dire che, durante la mia attività amministrativa, una considerazione ‘diversa’ dovuta al fatto di essere donna non l’ho mai veramente percepita…Semmai, qualche volta, ho colto una sfumatura negativa nel sottolineare l’appellativo ‘sindaca’ da parte di chi intendeva sminuire o denigrare il mio impegno, ma nulla di più. Penso invece che il valore aggiunto che un sindaco donna può dare alla sua attività pubblica sia la capacità di associare una dolce fermezza ad una più spiccata capacità di ascolto e di accoglienza, per una politica più sincera, più semplice e più concreta”.
RANICA – Mariagrazia Vergani: “Noi donne coniughiamo la pazienza con la determinazione”
“Essere donna sindaco – spiega Mariagrazia Vergani, prima cittadina di Ranica – significa essere una persona normale, con maggiori responsabilità. Per una donna, rispetto ad un uomo, è più faticoso conciliare l’impegno politico con la vita privata. L’impegno politico richiede notevoli energie fisiche e mentali ed è necessario contare su un forte sostegno familiare, avere accanto persone collaborative e rispettose, che condividono il tuo ruolo, che comprendono i tempi e i ritmi dettati dagli impegni. Significa ridimensionare o sacrificare temporaneamente alcuni dei tuoi interessi, ma ciò è ampiamente compensato dalla varietà e dalla ricchezza delle esperienze, dei pensieri, degli incontri e delle relazioni quotidiane, a diversi livelli. Significa non dormire la notte perché pensi a possibili proposte per contribuire alla costruzione del bene comune o alla soluzione di problemi, ma anche perchè pensi alle belle persone che hai incontrato, alle belle cose che ti sono capitate, alle emozioni forti che hai condiviso. Hai l’opportunità di vivere appieno la comunità, come una grande famiglia”.
Cosa hanno i ‘sindaci in rosa’ in più, o di diverso, rispetto ai colleghi ‘in azzurro’?
“Non penso ci siano molte differenze. Il mondo delle donne è vario, così come quello degli uomini. Esiste una diversa modalità di approccio e questa diversità, se riconosciuta e valorizzata, può essere un importante fattore di cambiamento culturale e sociale.
VALBONDIONE – Romina Riccardi: “Noi, donne, sindaco, mogli, madri, dalla Dad al Comune ma ce la facciamo”
“Non direi che nella mia funzione di sindaco il fatto di essere donna mi abbia condizionato negativamente, anzi, ci sono stati anche casi in cui i maschi mi hanno dimostrato stima ed apprezzamento per la tenacia con cui svolgo il mio impegno per il bene comune… La differenza di genere a mio parere può favorire, non limitare, la nostra attività, perché in generale noi donne siamo più concrete, andiamo subito al cuore dei problemi e spesso abbiamo una cura maggiore della relazione tra le persone. Certo l’impegno è gravoso e bisogna metterci tanta energia: penso alle tante donne-sindaco-mogli-madri di famiglia ed alla mole di lavoro che hanno svolto soprattutto in questo periodo di pandemia: i mariti escono per andare al lavoro, è alle mogli che è toccato e tocca pensare a tutto il resto, soprattutto ai bambini ed ai ragazzi, magari alle prese con la DAD, tanto per fare un esempio…
BIANZANO – Nerella Zenoni: “Ricordo quell’anziana felice della mia elezione…”
“Penso che essere sindaco, per una donna, voglia dire avere cura del bene e dei beni di tutti i cittadini – spiega Nerella Zenoni, al terzo mandato come sindaca di Bianzano – saper compiere scelte che sappiano andare nella direzione della cura di chi è più debole. Significa anche dare importanza al dialogo, alla pazienza, all’ascolto, agli obiettivi, ai progetti e alla gentilezza”.
Cosa hanno i ‘sindaci in rosa’ in più (o di diverso) dei loro colleghi ‘in azzurro’?
“Secondo me, sono più oneste in politica e hanno più qualità. Penso comunque che non ci siano grandi differenze, ma per sua natura il ‘gentil sesso’ è più determinato e sa occuparsi di più questioni contemporaneamente, oltre ad avere un maggiore spirito di sacrificio. Ricordo che quando, a metà anni Novanta, sono diventata per la prima volta sindaco, ho incontrato una signora anziana che mi ha detto di essere felice per l’elezione di una donna, perchè: ‘una donna sa come gestire bene le cose’. Mi aveva sorpreso la modernità di una signora così anziana -sorride la sindaca di Bianzano – che vedeva la donna come colei che porta avanti la casa e, in effetti, il Comune è una grande famiglia allargata”.
CERETE – Cinzia Locatelli: “Quando non riesco a fare tutto scelgo cosa è indispensabile”
Donna, mamma, sindaco e presidente dell’Unione dei Comuni della Presolana. Parliamo di Cinzia Locatelli, primo cittadino di Cerete. Da donna, quanto è difficile farsi spazio nel mondo dell’amministrazione? “Non trovo sia più facile o difficile, forse la differenza sta nei comportamenti che devono sempre essere attenti a fare in modo di prevenire giudizi non tanto legati al merito, quanto piuttosto alla persona. Non è più difficile raggiungere un risultato, il fastidio che provo spesso sta nel dover in qualche modo giustificare il come io possa essere riuscita a raggiungere un obiettivo. È triste e anche un po’ ridicolo, ma in ogni caso ho fatto pace con me stessa anche riguardo a questa questione. Diciamo che nel momento in cui mi sento la coscienza a posto, il giudizio della gente non incide sulla mia autostima”. Non solo sindaco, ma anche presidente dell’Unione, unica quota rosa tra i sindaci (di Onore, Songavazzo e Fino del Monte, e fino a qualche mese fa c’era anche Rovetta): “Non ho mai avuto problemi nei confronti dei colleghi uomini. Tra l’altro i sindaci dell’Unione sono tutte persone intelligenti, preparate e molto attente anche nei modi di porsi… Sono più che serena”. Quanto conta quindi avere un carattere forte e deciso? “Direi che è fondamentale avere un carattere innanzitutto. È importante sapere ciò che si vuole ed essere determinati nell’ottenerlo. Questo oggi, per come la vedo io, è indispensabile in ogni ambito. Lo è per un uomo e ancor più per una donna. Per un amministratore è la condizione fondamentale che ti consente di tenere le redini di una serie di situazioni che ti si presentano giorno dopo giorno. Io sono un tipo molto deciso, ho le idee chiare da sempre. Questa non era una grande dote da bambina o da ragazzina, me è certamente una fortuna nella vita da adulta”.
PRADALUNGA – Natalina Valoti: “I ‘sindaci rosa’ hanno una capacità innata di gestire diverse attività”
Cosa significa essere donna, mamma, lavoratrice e sindaco allo stesso tempo?
“Significa da una parte conciliare gli impegni derivanti da incarichi così diversi tra loro – spiega Natalina Valoti, sindaca di Pradalunga – e dall’altra voler essere presenti nella propria famiglia e mantenere ‘la porta aperta’ ai propri cittadini, perché un sindaco deve saper ascoltare. Diventando sindaco non si smette di essere madre e soprattutto non si vorrebbe mettere in discussione l’esserci per i propri figli, sottraendo loro inevitabilmente del tempo e delle attenzioni e parallelamente chiedere alla propria famiglia di dover fare un passo indietro in molte occasioni o dover condividere la propria madre con un paese intero. La difficoltà maggiore è voler continuare ad essere sindaco e una donna normale, con figli e una professione. Spiace constatare che il mondo della politica è costruito ancora su un mondo maschile e sull’idea tradizionale che l’uomo sia impegnato fuori casa e la figura femminile si occupi della casa, pertanto si impone una struttura organizzativa e di impegni senza tener conto che dietro a un sindaco ci possa essere anche gli impegni quotidiani di una famiglia con figli”.
COLZATE – Adriana Dentella: “Non ho mai dato peso alla differenza di sesso”….
”Nella vita pubblica ci sono ormai da molti anni, ma in tutta sincerità non posso dire di aver avuto nella mia attività serie difficoltà a causa del maschilismo; o forse non gli ho dato peso perché ero e sono troppo impegnata a perseguire gli obiettivi che mi pongo…Ecco, credo che il problema sia tutto qui, cioè nella convinzione, nella volontà, nello stimolo, nelle capacità che una donna mette in campo per arrivare ai risultati che vuole raggiungere: se questi elementi non mancano, prima o poi ci arriva di sicuro.
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