Un valzer di direttori e a rimetterci è Carlo Verdelli che sinora aveva avviato con grossi risultati il restyling di Repubblica ottenendo consensi e lettori. Ma oggi Verdelli è saltato. Un’operazione più grande di lui, anche perché qui entrano in ballo dinamiche economiche che lasciano il segno. Il gruppo editoriale Gedi passa sotto il controllo di Exor ed è immediato l’effetto domino del cambio dei direttori di tutte le testate giornalistiche. Maurizio Molinari è il nuovo direttore di Repubblica e direttore editoriale dell’intero gruppo. Maurizio Giannini è il direttore della Stampa e lo sarà anche del network di giornali locali Gnn. John Elkan diventa presidente e ci ha messo del suo nella decisione nomine. Alla guida esecutiva c’è Maurizio Scanavino come amministratore delegato e direttore generale. Nel nuovo assetto dei vertici giornalistici che affianca di pari passo il riassetto azionario Mattia Feltri assumerà la direzione di Huffington Post continuando a firmare il ‘Buongiorno’ de La Stampa. Linus che tutti conoscono per Radio Deejay, sarà il direttore editoriale del polo radiofonico con Radio Capital, Radio DeeJay, e m2o. A Molinari, come direttore editoriale del gruppo, il nuovo cda di Gedi affida “il compito di valorizzare la forza giornalistica, i prodotti editoriali e i contenuti intellettuali del gruppo anche attraverso lo sviluppo di progetti innovativi e multimediali”. Il cda ha “espresso gratitudine per il lavoro svolto nel corso dell’ultimo anno” da Carlo Verdelli, direttore di Repubblica da febbraio 2019, e “piena solidarietà per le intimidazioni che sono state rivolte contro la sua persona”. Nella società si chiudono gli anni legati al controllo della famiglia De Benedetti e si apre la stagione di Exor della famiglia Agnelli. L’Ansa ha diffuso il nuovo pacchetto azionario, l’acquisizione della quota del 43,78% da Cir, annunciata a inizio dicembre 2019, è stata perfezionata facendo confluire la partecipazione in una nuova società, Giano Holding che avrà in portafoglio il 60,9% del capitale sociale di Gedi ed il 63,21% dei diritti di voto. Rileverà infatti anche un 5,06% dalla Mercurio della famiglia Perrone ed il 6,07% delle ‘partecipazioni Caracciolo’, da Sia Blu e Giacaranda Caracciolo. Cir e Mercurio saranno azionisti in trasparenza di Giano con una quota del 5% ciascuno (con Exor hanno previsto patti parasociali ed una opzione put & call esercitabile dal terzo anno). Per tutta l’operazione è stato mantenuto fermo lo stesso prezzo pagato a Cir, 0,46 euro per azione. Insomma, questa la parte economica, ma quello che conta è anche e soprattutto la partita nelle edicole e su quella la differenza la faranno i lettori.