carpe diem

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    (p.b.) Se dopo 70 anni volete conoscere come sono andate le cose in quel terribile 28 aprile del 1945, andate in edicola e comprate Araberara. In tre pagine cerchiamo di riassumere storie che abbiamo sviluppato nel 2006 e 2007 per decine di numeri del giornale. La storiaccia dei 43 militi fucilati a mezzogiorno di quel giorno, a resa firmata a Bergamo il mattino alle 7 da tutti i capi partigiani, la figura del Moicano, la cui identità e storia scoprimmo noi in un assolato giorno di inizio agosto di quel 2006, intervistando la vedova e il mistero di chi ordinò quella strage di prigionieri che si erano arresi. Ma anche la storiaccia dei Fondi di Schilpario, la sera e la notte dello stesso giorno dopo ad essere massacrati furono altri 12, 11 partigiani e 1 tenente medico fascista che si era aggregato a loro e ai Fondi caddero in quella che è stata chiamata un’imboscata e tutti hanno raccontato finora ipotizzando tradimenti interni alla formazione partigiana. Noi riportiamo la versione di un milite della Tagliamento che racconta il perché la sua formazione, invece di proseguire per la Valcamonica, salì il passo del Vivione e scese a Schilpario. A far che cosa? E’ la domanda che da 70 anni corre sui libri. Ecco la risposta, bastava cercarla negli atti processuali.

    Sul numero in edicola vi segnalo solo altre due notizie: quella del cementificio di Tavernola che la Sacci sta vendendo alla Buzzi (120 milioni la cifra di base per la trattativa per cui ha avuto il via libera l’amministratore delegato della Buzzi). E il futuro del cementificio tavernolese è in forse. E poi la vendita del capannone del Fondi (sempre la località citata sopra) che diventerà un museo dei mezzi militari della seconda guerra mondiale. Naturalmente il giornale si occupa poi di tutti i paesi dell’est della provincia, Bergamo città compresa, anzi, andiamo ben oltre, anticipiamo i candidati all’assalto alla Madunina di Milano e quelli della tormentata successione alla direzione del Corriere della Sera.

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