Non lo so. Mi sono ritrovata qui a metà anno senza conoscere il suono di me. Però poi è bello fare di un’interruzione un nuovo cammino, della caduta un passo di danza, della paura una scala, del sogno un ponte, del bisogno un incontro.Darò semplici baci di sutura, verserò saliva a ogni giuntura, sarò sbucciata e dolce ai denti. Ogni mattino ti coglierò un pugno di fiori dal selciato. Avrò aghi sempreverdi e sboccerò ogni inverno per bruciarmi.Tantotutto quello che servivastava nella scatola.Una scatola piccola, piccolissima.Perché l’amore, c’era scritto sopra,non occupa spazio. Che alla fine scopro sempre di essere pronta ad affrontare un pugno in più ma non una carezza in meno. E cerco qualcosa che solleva la terra verso il cielo,qualcosa che abbassa il cieloverso la terra. Come quelle persone che hanno sciolto le braccia conserte per arrampicarsi cercando vette di vita che sbattono. Quelle persone che evitano divani e si appoggiano agli alberi per riposarsi di cielo. Quelle persone che portano nello sguardo nottacce andate in fumo e giorni sfumati. Quelle persone che con una carezza ti fanno capire quello che hanno passato. Quelle che quando sorridono le rughe vicino agli occhi diventano raggi di sole nascosti nelle giornate di diluvio. Quelle persone che sembrano sbagliate ma che poi ti fanno capire con uno sguardo che si può diventare giusti una volta insieme.
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