C’è in giro aria di beceraggine umana. Gli “italiani brava gente” sembrano razza in estinzione, la nostra tolleranza proverbiale di latini esito di mescolanza razziale per antonomasia, invasi da popoli di ogni genere e modo che hanno “prodotto” generazioni meticce per eccellenza (popoli greci e arabi dal sud, popoli “barbari” dal nord) sembra disinnescata da rabbie indotte, paure che qualcuno ci porti via le rose del giardino, ben cintato e blindato, Siamo la culla della civiltà e del cristianesimo, adesso anche il Papa viene insultato da chi vorrebbe “spianare tutto e tutti con le ruspe”, gente che per farsi gli affari propri sarebbe disponibile a ogni nefandezza umana, gente che è uscita dalle nostre scuole, che non legge un libro da decenni, che “non ha tempo pee perdere tempo” per fermarsi e farsi le domande che da millenni gli uomini civili si fanno, da dove veniamo, cosa siamo qui a fare, dove andremo (a finire?). E la massa di quelli che spendono anche 50 euro (l’ho visto ieri mattina in un bar) per comprarsi i gratta e vinci e domani sarà ancora lì, bruciando i risparmi e poi andando alla caritas a chiedere il pacco. E sono nostri compaesani che gridano poi allo scandalo che “il Comune aiuta gli immigrati e non aiuta me”. Come si può fermare un’alluvione di stupidità rabbiosa? Il silenzio è una forma di connivenza.
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