L’Europa? Interessa? Mica poi tanto. Ce l’hanno fatta passare per “il cattivo” che si diverte a metterci i bastoni tra le ruote, a noi che ci sbattiamo tutti i santi giorni ecc. La nostra sembra una Repubblica costruita sui mattoni, una nazione di… muratori. Mica per niente gran parte di quanto ci è stato dato dall’Unione Europea è finito nell’edilizia, a differenza di tutti gli altri Stati, la gran parte dei quali ha investito nella ricerca e nella scuola. Noi no, non abbiamo tempo, non leggiamo, già il vocabolo “cultura” ci infastidisce, soldi sprecati, domani mattina devo essere sul cantiere, cosa interessa a me del resto del mondo, devo finire il lavoro. Hai bisogno di un elettricista, di un falegname, di un idraulico, di un muratore, di…? Ti metti in lista d’attesa, manco fosse un luminare della chirurgia di un grande ospedale. Preventivi? Si va a spanne, vediamo alla fine. Alla fine, ti presentano il conto su un foglietto che sembra quello dello stracchino, fattura nemmeno presa in considerazione, se no il prezzo schizza in alto, variabile indipendente. Fai il calcolo dell’Iva e scopri che anche quella è calcolata al rialzo, ad libitum, se sapessero il latino.
No, non abbiamo la coscienza né la cultura calvinista per cui rubare e frodare il fisco è un reato che negli Stati Uniti è il peccato più mortale del quinto, quello del non ammazzare, che ci sarebbe da discutere sul fatto che è il quinto mica per niente e viene prima del settimo, appunto il non rubare. Ma come fai a discutere con gli americani che hanno incastrato Al Capone solo per reati fiscali, al netto del fatto che avesse ammazzato e fatto ammazzare decine di persone?
Fatto sta comunque che la vocazione coltivata scientificamente in Italia sembra quella della manovalanza. E si riassume questo disinteresse per l’Europa nella reprimenda di questo tipo: “L’Europa è un continente stanco, remissivo, viziato (…) Ma non tutto è perduto. Quando la storia chiama, quelli come noi non si tirano indietro”. Il tono rimanda alla “levatrice della storia” o addirittura a quell’altra frase mussoliniana: “L’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria”. Chi ha parlato del richiamo della storia? Giorgia Meloni, ospite in Spagna. Rivendicando le radici cristiane, il valore della famiglia tradizionale, attaccando gli ambientalisti, rivendicando mani libere (fare riferimento alla “mano invisibile” di Adam Smith è azzardato) per le “nostre” imprese. Non è l’uomo in generale che danneggia il pianeta (l’unico che finora ci è dato), ma alcuni uomini, quelli del laissez faire, laissez passer, homo homini lupus, quelli che scaricano nel lago i rifiuti tossici, quelli che li sotterrano, quelli che di notte buttano fuori dalle ciminiere fumi inquinanti nell’aria, quelli che ci fanno mangiare schifezze… “Noi però diamo lavoro a decine di persone”. Già, a che prezzo? È come tagliarsi il ramo su cui si è seduti. Sotto ci sta un ragazzino che (ex ore infantium veritas) grida: “guarda che così cadi”. Da sopra quello fa come i venditori di piazza d’antan: “ragazzino scostati, lasciami lavorare”. E cade. E noi con lui. Perché purtroppo su quel ramo ci stiamo anche noi.