benedetta gente

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    Heri dicebamus…”, insomma, cosa stavamo dicendo? (L’espressione latina fu usata da Luigi Enaudi sul Corriere dopo la caduta del fascismo. Poi Enzo Tortora la pronunciò sl suo ritorno in Tv dopo la bufera giudiziaria che l’aveva coinvolto per errore). E non è consolante, ripartiamo da dove eravamo rimasti. No che non ne siamo usciti migliori, più arrabbiati sì, più amareggiati anche, più addolorati pure, per aver perso parenti e amici.

    Arrivano i soldi dall’Europa che ci chiede uno sforzo almeno nella forma. Che riguarda la scuola. Ci chiedevano di ripartire dal primo settembre, come negli altri Stati, dopo aver bruciato quattro mesi a far poco o niente. L’ineffabile ministra Azzolina ha deciso che la scuola riprenderà il… 24 settembre, nemmeno come gli scorsi anni al 12 o 13, macché, altri dieci giorni di banchi vuoti e teste vuote. Poi scopriamo che alle superiori ci sono ragazzi che sono stati promossi anche se in varie materie hanno addirittura dei 3 e dei 4. Alé! La meritocrazia riceve un altro schiaffo, che già i giovani laureati meritevoli hanno offerte di lavoro all’estero. Chi resta da noi si mette in fila per essere raccomandato. Non cambieremo mai.

    Mattia (14 anni) ha presentato per l’esame di terza media la sua tesina sulle ripercussioni politiche e sociali nella storia delle olimpiadi e l’ultimo boicottaggio è quello del virus. E racconta tra le altre l’incredibile vicenda di Attilio Canton, un atleta veneto che alle olimpiadi del 1928 è in testa alla maratona. Mancano pochi chilometri all’arrivo. Lui vede un numero molto alto su un cartello stradale, lo interpreta come i chilometri che mancano all’arrivo, si ritira e se ne va sfinito a piedi tra i campi. In realtà il numero riportava la distanza da una cittadina. Ma Canton era analfabeta. “Un popolo che non sa né leggere né scrivere, è un popolo facile da ingannare” (Che Guevara). Mi è venuto in mente ascoltando gli insulti, la rabbia della gente che si è vista dilazionare anche di due anni le visite specialistiche che aveva prenotato prima della bufera del coronavirus. Cosa abbiano fatto in questi tre mesi quegli specialisti (pagati) per non fare adesso nemmeno gli straordinari di recupero non è dato saperlo. Alcuni si sono riciclati nell’emergenza, la maggior parte si è messa in quarantena. E questo è un aspetto. Ma poi i “pazienti” hanno perso la pazienza, alcuni la vita (sospese anche le cure oncologiche del cancro, che così è degenerato). Ma se la prendono, insultandoli, con gli operatori che gli hanno comunicato la notizia, come alcuni imperatori se la prendevano in illo tempore con il messaggero che gli portava cattive notizie e li giustiziavano. Questi eseguono direttive piovute dall’alto.

    E’ lassù in alto che bisogna saper individuare i bersagli giusti, senza sparare a sagome messe lì come falsi bersagli. Chi ha nominato i direttori sanitari che si inventano un app per prenotazioni di visite e analisi che già io fatico a capirne il funzionamento e figurarsi chi non ha dimestichezza col computer? Li ha nominati la Regione. Ma chi governa la Regione? Chi ha fatto la legge per cui uno specialista ti dà appuntamento tra due anni ma, se lo paghi, ti visita, nello stesso reparto d’ospedale, il giorno dopo? Quindi il tempo ce l’aveva, ma se l’è ritagliato in privato utilizzando i mezzi e i locali pubblici. Così guadagna il doppio.

    Non sappiamo distinguere le responsabilità nel caso di una strada sconnessa (comunale, provinciale, statale?), non conosciamo le competenze di un sindaco, di un presidente della Provincia, di un presidente della Regione e adesso nemmeno quelle del Governo in tema di sanità da che si rimpallano la colpa di non aver istituito la zona rossa di Alzano e Nembro.

    Poi la magistratura che apre “fascicoli” di indagine che andranno ad ammucchiarsi sulle pile di altri fascicoli di gente che presenta querele e denunce a man salva, anche senza fondamento, tanto poi in giudizio è un terno al lotto, il giudice di turno arriva ad avere (verificato) 40-45 processi in una mattinata, figurarsi se ha tempo di approfondire, e se al querelante va male, pazienza, ha fatto perdere al “nemico” soldi e tempo. Troppo semplice pensare che se l’imputato viene assolto, il denunciante debba pagare tutte le spese e magari anche un indennizzo per aver tentato di disonorare una persona?

    E il Parlamento che approva leggi incomprensibili e però sta scritto che “non è ammessa l’ignoranza delle legge”, gli appalti pubblici sono dilazionati da lacci e laccioli, se un privato chiede di aprire un’attività sa che sarà una via crucis da un ufficio all’altro, rimpallo di responsabilità, una firma che manca (sembra un episodio della saga romana delle 12 fatiche di Asterix). E poi tasse e imposte con scadenze che si dimenticano e bisogna ricorrere a un commercialista (pagandolo) per non sbagliare. Ci sono sindaci che le hanno sospese per un anno, altri addirittura le hanno annullate per il 2020, altri se ne sono fregati. Sappiamo valutare le differenze, sappiamo valutare le persone che votiamo?

    E il reddito di cittadinanza che ha invogliato i nullafacenti a restare tali a vita, l’assistenzialismo che però rende nelle urne elettorali e quindi ci prendono per furbi a prescindere (e lo siamo se li votiamo).

    Heri dicebamus…”. E allora sono così prevenuti i rappresentanti di quegli Stati europei che hanno fatto di tutto per non farci arrivare i soldi perché tanto finiscono nelle tasche sbagliate?

    Altro che a scuola il 24 settembre per favorire le elezioni regionali e comunali. Sai cosa frega alla gente di andare a votare dopo la bufera di questi mesi. Vorrebbero soltanto sentirsi sicuri che, se quel maledetto tornasse, non si ripetano gli stessi errori. Sulla loro pelle.

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