“Scusi la mia ignoranza, ma cosa vuol dire frugali?”. La signora dotata di mascherina rispetta le distanze materiali enfatizzando quelle intellettuali. Il riferimento è alle nazioni del nord (dell’Austria parliamo dopo) che hanno tenuto in scacco l’Unione Europea. Ennio Morricone e Sergio Leone ci avrebbero suonato e girato un capolavoro della serie “Il Buono, il Brutto e il Cattivo”. I “frugali” sarebbero Olanda, Svezia, Danimarca, Finlandia e Austria. Cosa ci faccia l’Austria in compagnia di quelle su al nord sarebbe un mistero: la mia sommaria spiegazione è che gli austriaci siano ancora alle prese con il… “Covid 18”. Non lo dico alla signora per non provocarle un gratuito e ingiustificato complesso di inferiorità. Ma come, non era il “Covid 19” quello che ci ha travolti? Per l’Austria un punto in meno. Il riferimento è alla bruciante sconfitta del 1918 che ha provocato lo sfascio dell’Impero austro-ungarico riducendo la già felix Austria a una caccola di paese con una capitale, Vienna, sovradimensionata.
Il capo del governo Giuseppe Conte è diventato una sorta di Enrico Toti (non quello che governa la Liguria) che da soldato irregolare (era privo di una gamba) morì da eroe lanciando la sua stampella contro il nemico, che nemmeno a farlo apposta era appunto l’esercito austriaco.
Perfino in Italia ha superato in popolarità Antonio Conte che con l’Inter non ha portato a casa quello che l’omonimo leader del governo è riuscito a spuntate dopo notti folli e insonni di insulti e discussioni e lanci, non di stampelle, ma di posacenere. Conte (Giuseppe) è su tutte le prime pagine dei quotidiani di tutti i continenti, ha portato a casa quello che ha potuto (comunque tanto) ma ha messo in discussione il ruolo dell’Unione Europea, il meccanismo dell’unanimità dei 27 per ogni decisione, il diritto di veto ecc. L’Unione Europea è stata chiamata (costretta) ad assumersi collegialmente i problemi, i costi delle tragedie che hanno colpito gran parte degli Stati membri.
Torniamo all’aggettivo “frugale”. Il sinonimo è “sobrio”, tralasciando “parco” che potrebbe, fraintendendo, mettere in campo i cultori dell’ambiente urbano.
Passata la buriana è tornata in campo l’economia, se durante lo tsunami l’umanità aveva riscoperto il valore della vita, adesso torna a occuparsi del tenore di vita.
Sobrietà.“Ve ne siete andato / come suol dirsi / all’altro mondo. / Il vuoto… / Volate / fendendo le stelle / senza un acconto / senza libagioni / Sobrietà”(Majakovskij, dopo il suicidio di Esénin). Già, sobrietà di fronte alla morte, alla strage che abbiamo vissuto.
E allora lunghe notti di discussioni con gente che ha l’occhio bianco dell’avaro (Orbàn, l’ungherese, glielo ha detto sul muso: “Non siete paesi frugali, siete paesi avari”) che vedendo uno a terra affamato, disperato, si mette a discutere sull’euro che gli dà in elemosina, “perché sia chiaro che è un prestito che mi devi restituire e devo controllare come lo spendi”.
“Per l’allegria / il pianeta nostro /è poco attrezzato. / Bisogna / strappare / la gioia /ai giorni futuri. /In questa vita /non è difficile /morire. / Vivere / è di gran lunga più difficile”.