Le liste uniche in paesi anche di grosse (relativamente alle nostre zone) dimensioni sono, dovrebbero essere, un allarme sociale. A Roma se ne sono accorti e, come è successo per quando venivano superati i limiti dell’inquinamento, hanno semplicemente… abbassato la quota del quorum, il limite minimo per rendere valida l’elezione del candidato unico a sindaco, dal 50% degli aventi diritto al 40%, eliminando anche la quota degli iscritti all’AIRE che sembra una sigla di una società di aerei, ma invece è l’elenco degli emigranti che hanno conservato la cittadinanza italiana e quindi possono votare anche per le comunali, anche se in realtà al paese non tornano certo per questo “dovere civico”, figurarsi, semmai per le vacanze. Nei nostri paesi sono numeri importanti, anche un centinaio, in alcuni casi. Non verranno conteggiati per il quorum che quindi si abbassa ulteriormente. Tanto varrebbe eliminarlo. La controindicazione, come per le medicine, sarebbe che magari un sindaco di un paese di mille abitanti potrebbe essere votato solo da… un centinaio di persone. Ci sarebbe, lo dico per gli appassionati a questi sofismi legislativi, anche il secondo quorum, quello che almeno il 50% di chi vota abbia scelto il sindaco e non abbia lasciato in bianco la scheda o l’abbia annullata scrivendoci qualche improperio. Ma il degrado della disaffezione dilagante alla cosa pubblica dovrebbe aprire analisi, discussioni, dibattiti. Quando mai… i partiti sono tutti impegnati a solleticare la pancia dell’elettorato sui vaccini sì o no e ad aspettare quello zero virgola qualcosa in percentuale che i sondaggi gli danno in più o in meno.
Passano sottotraccia le notizie sul disastro per niente naturale in Afghanistan dove l’Occidente (Italia compresa) ha abbandonato il campo (minato), “non rientra più nei nostri interessi” avrebbe detto Biden, il “democratico” presidente degli Stati Uniti. Dall’esportazione forzata della democrazia (col fragore dei bombardamenti) al lavarsi le mani, che Ponzio Pilato al confronto era un dilettante, “rispettiamo il volere all’autodeterminazione dei popoli”, insomma esportiamo la democrazia nei suoi aspetti populistici e deteriori e vale per questo la massima che sia “la migliore di tutte le forme peggiori di governo”.
C’è anche una notiziola che non farà perdere il sonno a nessuno, per non turbare gli equilibri economici caso mai non arrivino più in Europa i… microchips per le auto: in Cina vietato per legge fare più di tre figli (fino al 2016 si poteva averne solo uno, poi fino a due, adesso fino a tre). Ma nei villaggi resta valida la proibizione del terzo. Che fine fanno quei bambini “illegali” prelevati dall’esercito? C’è da rimpiangere la Cina dei “Mandarini”, aveva ragione la vecchietta di Siracusa che pregava perché il tiranno Dionisio non morisse, temendo che ne arrivasse uno peggiore.
Altro che progresso, stiamo andando avanti con la testa rivolta all’indietro. Il disimpegno favorisce i furbi, spiana il terreno alle dittature, quelle feroci come nel secolo breve o quelle più sofisticate di chi occupa lo spazio lasciato scoperto dalla nostra indifferenza. “La libertà non è star sopra un albero / Non è neanche avere un’opinione / La libertà non è uno spazio libero / Libertà è partecipazione” (Gaber).