Colpiti al cuore ci eravamo trovati uniti, compatti, si era ridestato l’orgoglio unitario di appartenenza, sui balconi il tricolore e si cantava perfino, disperati, annichiliti nella disgrazia. Hannibal ad portas questa volta era un nemico invisibile, passava non dalla “porta” ma sotto gli usci, si incuneava dentro i polmoni, si portava via amici e parenti, padri e madri e da un terrazzo all’altro si era solidali nel dolore, e dal campanile non arrivavano più i concerti ma il suono cupo, ritmato, insistente, ripetuto, ossessivo, di una sola campana, quella a morto.
Ce ne siamo dimenticati, eh? Constatato che eravamo sopravvissuti, ci siamo annoiati del “vogliamoci bene”, dalla somma siamo tornati alla divisione, non siamo mai stati forti in aritmetica ma la divisione, quella sì, l’abbiamo imparata e praticata alla grande. Siamo tornati ai dualismi, il nostro vero sport nazionale, monarchia e repubblica e Coppi e Bartali per chi ha la mia età e via rimestando nel passato, democrazia cristiana e partito comunista con le varianti (c’erano anche allora) dei socialisti a loro volta divisi dai socialdemocratici, e poi su su tra centrodestra e centrosinistra, con varianti interne non meno ferocemente divisive e perfino la rivolta giovanile che per comodità indichiamo come il ‘68, era frantumata in decine di varianti-distinguo che dirompevano in antagonismi che perfino nei gruppi terroristici sfociarono in odi e rivalità sanguinose. E adesso vaccino sì, vaccino no, green pass sì grenn pass no, un fiume di tuttologia su facebook, come ai (bei?) tempi quando eravamo un popolo di 50 (60?) milioni di commissari tecnici.
“La coperta è gelata, l’estate è finita. / Buonanotte, questa notte è per te”. (De Gregori). E se settembre era il mese del ricominciare, quest’anno non ci resta (per la seconda volta) che continuare a sperare. La paura della paura. Ognuno reagisce a modo suo. Chi si rinchiude in se stesso allenato dall’eremitaggio dell’anno passato, in fondo il nemico ci si insinua dentro, invisibile, non c’è assalto, non c’è ritirata, colpisce e se va bene sparisce. Chi nega a se stesso di aver paura, pretendendo il sostegno di altri negazionisti e urla e impreca contro l’evidenza. Certo, adesso le campane non suonano più a morto ad ogni ora, anche le sirene delle ambulanze registrano incidenti “normali”, muore di Covid ancora qualche decina di persone al giorno, ma sembrano numeri marginali, mica toccherà davvero a noi… anzi, vogliamo cancellare tutto, la memoria azzerata, non è successo niente, non credete all’evidenza, chi è morto tace e chi vive si dà pace, “si sono inventati tutto”.
“Non finirà mai”, dice la donna facendosi il segno della croce, prima di entrare nella grande navata vuota della chiesa. “Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull’età, / Dopo l’ estate porta il dono usato della perplessità, della perplessità…”(Guccini).