benedetta gente

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    Il giovane laureato premiato a Venezia come il miglior studente d’Italia è di Lovere. Non ha fatto in tempo a ricevere l’attestazione in Piazza S. Marco che già riceveva decine di offerte di lavoro. Dall’estero. Non è “fuga” di cervelli, semplicemente da noi i “cervelli” danno fastidio e li cacciamo. Abbiamo scuole superiori e atenei d’eccellenza monitorati appunto da chi i cervelli non li caccia, ma li cerca. Siamo la terra che ha più ricchezze artistiche del mondo, servirebbero idee, ma poi scopriamo che chi ha idee dà fastidio. Una sorta di ostracismo silenzioso, mandiamo in esilio chi non si adegua al livello (basso) della nostra cultura. Abbiamo in cronaca episodi di concorsi “guidati” se non truccati. Siamo una nazione di raccomandati, il merito dà fastidio. Eleggiamo i mediocri perché li vogliamo al nostro livello, e anche i migliori si… abbassano per avere consenso. Così poi possiamo avere la soddisfazione di insultarli, come nelle discussioni al bar. Uno non può insultare chi “sente” come migliore. Eleggiamo “uno di noi”, già, al ribasso. In questo modo rischiamo di diventare un popolo di (magari bravi) manovali.

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    Vanno nello spazio a farci un giro intorno al pianeta solo i ricchi, solo loro del resto se lo possono permettere, magari solo per valutare dall’alto quello che hanno accumulato e illudersi di possederlo davvero. E aldilà dei sorrisi di circostanza quando ripiombano sulla prona terra, secondo me, nascondono la delusione, il pianeta terra su cui vivono gli sarà apparso frastagliato solo da continenti e oceani in cui perdersi, potevano comprarsi un atlante, che costa meno: le siepi, gli steccati, ma sopratutto i muri, i lunghi, terribili muri che si stanno costruendo per tener fuori dai confini di quelle che consideriamo “patrie”, ”terre nostre”, non li hanno potuti vedere o, se faticosamente individuati, gli sono apparsi ridicoli e irrilevanti segnini da mappe catastali. Non lo ammetteranno mai, sentendosi (a loro insaputa) i discendenti di quei pionieri che nell’epopea della conquista del west americano posizionarono i fili spinati, e vinsero, dopo stragi e sparatorie, sopraffazioni e ladrocini, la lunga lotta tra agricoltori e pastori, tra gente nomade per natura e gente stanziale che difende il proprio orto cintandolo e pazienza se lo steccato va a interrompere il sentiero delle libertà. “Ognuno padrone a casa propria”, un pianeta popolato di padroncini di infinitesimali porzioni conquistate, acquistate, ereditate, spesso rubate, ma siccome si sa che l’erba del vicino è sempre più verde, finirà che anche i muri saranno prima o poi travolti da gente affamata. “Uomo affamato, uomo arrabbiato”(Joyce).“Ogni morto di fame è un uomo pericoloso” (Vittorini). Ma c’è anche l’aforisma che allarga i confini se non della terra, almeno del discorso: Se prendi un cane che muore di fame e lo ingrassi, non ti morderà. È questa la differenza principale tra un cane e un uomo” (Mark Twain). Già, i muri sono costruiti e poi travolti anche da smanie di potere.

    Siamo regrediti a civiltà che si consideravano estinte, le mura di Gerico crollarono, il “vallo di Adriano” fu travolto, come i confini del grande impero romano furono varcati da fiumane di popoli nomadi che non fecero una piega per il fatto di essere chiamati “barbari” e cancellarono d’un colpo le presunzioni di esportatori di civiltà ritenute superiori. E il muro di Berlino fu fatto a pezzi.

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    E a proposito di orti, da ogni parte si segnalano le invasioni notturne dei cinghiali (ovviamente “barbari”) che distruggono prati e sbranano tutto quello che si trovano davanti. Non sono i cinghiali romani che nelle immagini sembrano razzolare pacificamente nella sporcizia, da noi, gente civile che fa la raccolta differenziata, la sporcizia mangereccia scarseggia, quindi abbiamo animali inferociti dalla fame (sempre la fame citata sopra!) che minacciano gli animali domestici ben pasciuti e anche gli umani, non facendo le distinzioni di genere e di evoluzione che pure sono scritte nei libri degli scienziati da Darwin in poi. Non sanno leggere e questo è un problema (che si fa largo anche nel nostro analfabetismo di ritorno).

    Ma chi li ha introdotti dalle nostre parti resta un mistero, fatto sta che, pur non sapendo leggere, devono aver orecchiato il comandamento biblico del crescete e moltiplicatevi e lo praticano alla grande, visto che gli umani, dalle nostre parti, hanno rinunciato ad osservarlo.