culla della civilta grecia

    0
    111

    (p.b.) La Grecia culla della civiltà sembra sconvolgere il mondo occidentale, i suoi parametri, le sue rigidità, le sue presunte austerità, i suoi mercati, i suoi squilibri, le sue ambiguità, esaltando le sue paure. Non è successo niente “col novo signore rimane l’antico”, direbbe Manzoni. Non draGmatizziamo.

    Che poi se la Grecia tornasse alla dragma uscendo dall’euro il problema sarebbe loro, Visto che, secondo i mercati, la Grecia è la cenerentola dell’Unione Europea, la sua gamba corta finanziaria, l’euro, in teoria, dovrebbe addirittura beneficiarne. No, che anche i mercati vivono di sensazioni, non solo di numeri. E’ un aspetto che in un certo senso umanizza il nuovo “potere assoluto” che ha sostituito gli assolutismi politici e religiosi dei due secoli passati. C’è stato un momento in cui il potere assoluto sembrava passare alla Scienza. Poi scopri che perfino il Dna ha sfaccettature sorprendenti, per cui Garattini si spinge ad affermare che ci sarebbero in zona almeno altri cento Dna compatibili con quello rilevato sul corpo di Yara. L’altro assolutismo moderno sarebbe appunto quello dei mercati. Ma se anche questi hanno una “debolezza umana” per cui sono condizionati dagli “annunci” prima ancora che dai risultati di bilancio, hanno anche loro il loro tallone d’Achille. Ed è sempre consolante che i nuovi “poteri forti” abbiano “punti deboli”.

    E’ tornata “Bella ciao”. Sorpresa. L’abbiamo sentita cantare in tv dai francesi che hanno sempre la puzza sotto il naso, ma se l’hanno accostata alla loro Marsigliese è evidente che è stata adottata come inno di liberazione. Poi l’abbiamo sentita cantare in Grecia per la vittoria di Tsipras (etichettato come “comunista” nel titolo di prima pagina da un Giornale italiano), ma anche, sorpresa, ad Hong Kong contro la Cina… “comunista” e a Istanbul contro il potere (politico) islamico. Da noi non si canta più, non sappiamo più da chi e cosa liberarci, nell’evidenza che siamo “per sempre coinvolti”, direbbe De André.

    Segnalo infine la caduta (definitiva?) delle barriere di schieramento. Se perfino Tsipras fa una coalizione di governo con un partito di centrodestra, se in Italia e Germania ci sono coalizioni trasversali, se a domanda, un esponente autorevole del (Nuovo) centrodestra mi risponde che le alleanze si fanno con chi ci sta, “anche con la sinistra se è necessario per vincere”, è la valenza dei vocaboli che è caduta nella rete del relativismo. Mattia (nove anni il 31 gennaio) mi chiede chi comanda in Italia, adesso che ha saputo chi comanda in Grecia. Non capisce perché eleggano un Presidente della Repubblica quando “c’è già Renzi che comanda”. Faticosa spiegazione dei poteri istituzionali. Una signora, alle elezioni regionali, ha chiesto candidamente per chi doveva votare come… sindaco del paese, visto che non conosceva nessuno dei nomi dei candidati che leggeva sul tabellone. Andrebbe istituito un patentino per chi vota, anche a quiz, chi non lo supera perde il diritto di voto,

    “Grande la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente” (Mao Tze Tung). Solo che ci fosse un’idea di futuro. Celebrata la “giornata della memoria”. Finita la giornata, archiviata la memoria, si ricomincia da capo, nella vita coniugata al presente, senza passato e senza futuro. (p.b.)