Ed è comunque estate

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    Aristea Canini

    Non ho mai cercato un perché, preferisco l’ancora. Non mi piace spiegare ciò che non so, mi tengo il mistero di lasciar fare all’istinto. Ciò che serve non si spiega. Si prova. Litigando con un pc che non si decide ad avviarsi, e qui mi guardano, giornale da finire, io esco, guardo in alto. Il cielo si attacca agli occhi e viene a bere. E io mi attacco a lui e mangio luce. Cercando ovunque incipit di sogni dentro un giugno che va a cominciare, quel sapore di fine scuola, di estati che sembrano infinite per poi scoprire che alcune lo sono davvero, e me le porto ancora sulla pelle, con quelle carezze di salsedine e di baci sfumati sulla pelle calda. Il mondo alza la voce. L’Italia arranca. Non ci sono nemmeno i mondiali. Senza palla che rotola, birra rossa e inno nazionale sarà un giugno d’ora d’aria dove andare a cercarmi di sfinirmi solo di ciò che non succede. Cinque minuti possono bastare per farmi sognare per una vita intera, questa è la relatività del tempo. Penso a te, che non sei tempo, sei spazio, dentro me. ‘Che cosa ti piace quando facciamo l’amore?’ ‘che non smettiamo mai di sorridere’ ‘e di quando sorridiamo?’ ‘che non smettiamo mai di fare l’amore’. Hai un destino di luce nello sguardo. Mi basta quello. Ed è subito estate.