Aristea Canini
Viandante di parole. Di strade. Di cieli. Di pezzi di carne mischiati a sangue che prendono la forma di un corpo. Viandante. Mi guardo intorno e scopro che non c’è nulla da scoprire. L’infinito è dentro. Il resto l’ho già visto. Come ogni anno quando torna settembre sembra tutto nuovo, ingranaggi da oliare e rimettere in moto. Ma poi la strada ci si accorge di averla già percorsa per mille altri settembre. E allora decido di perdermi. Dentro e fuori di me. Viandante. Seduta in riva a un sogno. A due passi dall’infinito. Ascolto i battiti, quelli che compongono un sorriso, li seguo e mi portano ovunque. Sono lì. Dove batte l’emozione. Dove nasce l’aurora. Dove mi lascio ogni notte. In quelle mattine dove sul letto mi respiro, tra risvegli e sogni appesi. Lungo le linee del mio sonno nudo dove mi ascolto soffiarmi addosso gli occhi del cielo. Viandanti che seguono a piccoli passi la geografia del cuore. Mappe di desideri e passioni, prendimi, legami ai tuoi sandali, e portami in giro con te. Indosso il solito vestito cucito per me. Fatto di vento. Tra una partenza e un ritorno. Dopo una scrollata di spalle. Dopo aver assaporato le lacrime scese sul labbro. Tra un sorriso e una salita. Dopo un lancio di asciugamano mentre le campane suonano a vuoto. Saremo vento insieme. Mi affaccio a baciare ii cielo. Nessun coraggio sarà bello come questa paura. E’ così. Si riparte, portiamoci addosso i sogni, senza quelli la strada si ferma. Ma noi siamo viandanti. In cammino.