IL CANTO E L’INCANTO

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    Una sera di estate, le strade sono piene di gente, cerco vento tiepido per farmi coccolare la testa e il cuore. Marche, ma potrebbe essere Lombardia, Liguria, Sicilia, non cambierebbe nulla.  Il vento porta in giro una voce intensa, un soprano, una voce femminile che attraversa l’aria e si fa cuore, non è il mio genere di musica preferito ma qui il genere c’entra poco, perché questo è un capolavoro e di fronte alla bravura non ci sono generi. Continuo a camminare e davanti a una chiesa c’è una ragazza, alta, magra, pallida, con due grandi occhi neri, una cassa jbl di quelle che usano i ragazzi al posto dello stereo, che carica basi, lei che su quelle basi canta meraviglie infinite e per terra una contenitore per strumenti musicali con dentro pochi spiccioli. La gente cammina, passa in bici, ha fretta, non si ferma, nella cassetta poche manciate di spiccioli ma lei è oltre, canta e incanta, poche volte ho sentito un’emozione così ed è vero che il mondo è pieno di artisti di strada ma qui la strada è l’ultima deriva dell’arte che sembra non avere più posto in questo mondo. Mi siedo sul marciapiede e l’ascolto, l’Ave Maria, altri pezzi, alla fine di ogni canzone fa un inchino al vuoto, quasi per ringraziare il cielo perché la terra di certo non ha fatto molto per lei. E io la guardo. E immagino gli anni di studi alle spalle, immagino sacrifici di genitori che sognano di applaudirla in qualche teatro pieno di gente e non a raccogliere spiccioli di elemosina per strada. E se fosse nata un secolo fa sarebbe tutto diverso, ma il fatto di nascere in un posto, in un’epoca, in un contesto è solo un caso, una botta di culo o di sfiga, non sta a noi scegliere. Però sta a noi fare comunque quello che sappiamo fare, quello che ci piace, quello che ci fa star bene. E lei lo sta facendo. Chi ci perde è il resto del mondo. Lei alza lo sguardo, come guardasse le nuvole, che sembrano delfini nel vento, una bolla d’aria, uno stormo di idee, un profumo che sfiora la paura di vivere che non è mai abbastanza, la corazza che copre il cuore, quell’amore che manca, lacrime nuove per ogni dolore e un sorriso che cambia le cose. Un mondo di orchi e di angeli, di abbracci sbagliati e stelle che non brillano più. La forza di volontà attraversa anche il buio di questa notte senza stella. La forza di volontà è lì, in quello sguardo dignitoso e quella voce che va oltre.

    Arista Canini

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