Tutto quello che non si dimentica, non è ancora finito. Manchi come il tempo che non abbiamo passato insieme. Mi guardo il cuore, a volte danza, a volte sanguina, ci sono alcune ferite, che però certe ferite sono così, sanno farsi vento e aprire le tende su un mondo nuovo. Quando spalanco le braccia avverto forte i battiti del mio pensiero e scopro che in certi abbracci ci entri da adulta e ci esci da bambina. Nel guscio dei tuoi occhi sverna un pezzo di me. Lo scopro ogni volta che ti guardo. Le primule cominciano a farsi largo a fatica dentro pezzi di terra ghiacciata che si spalanca e fa spazio alla bellezza. Io lì. Dalle porte dell’alba alle porte dell’ombra, in mezzo quello che capita. Che poi succede sempre che mi fermo sul filo della commozione. Quando sento i brividi. E’ tutto lì. E’ sempre la pelle a dire l’ultima parola. Imprevedibile come un campo di papaveri dietro una curva quando tutto quel rosso ti fa spalancare la bocca per la meraviglia. Oggi vorrei solo questo, una penna in mano al Sole. Che scrive parole calde. Una penna che mi racconta di dove va a finire tutta l’acqua dei fiumi. Se Braccio di Ferro ha sposato Olivia. Le note di quella canzone che il titolo non è mai quello giusto e cambia ogni volta. Quanti secondi stai senza respirare guardando il cielo. Scambiarci figurine senza avere l’album da fare ma solo per starcene lì a toccarci le mani all’infinito. Venire a prenderti questo nuovo pezzo di mondo con me, che senza te è nudo e ho freddo. E poi finire la giornata così. Portando i tuoi occhi a fare un giro con i miei.
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