IL CUORE HA GLI OCCHI LUCIDI

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    Aristea Canini

    Quando scrivo un editoriale non so mai cosa andrò a scrivere, non penso, perché se penso non ho stupore, perdo Meraviglia e alla fine mi annoio come quando scrivo un pezzo di… amministrazione. E allora mi limito a scrivere quello che mi detta il cuore e che non conosco. Però stavolta è un po’ diverso, che non so comunque cosa sto scrivendo, ma per chi sto scrivendo. Il 18 luglio è un giorno speciale, non è il giorno del Triplete, non è il compleanno di Johnny Depp (che li compie il 9 giugno come me), non partorirò, non credo andrò sulla luna. Ma forse è meglio di tutto questo. Il 18 luglio compirebbe, anzi compie in cielo 100 anni una donna che per me è stata ‘più’, quel ‘più’ che ti condiziona la vita senza un perché, che ti capita addosso in un pomeriggio di primavera quando hai appena finito di succhiare il latte dal biberon, quando scopri che il mondo non finisce in fondo al cancello dove abiti, che ti sposta l’orizzonte in infinito. Nanda Pivano di quelli che leggono questo giornale non se la ricorda quasi nessuno, e non gliene fregherà molto a nessuno ma nemmeno a me frega di sapere cosa interessa agli altri. Ci sono persone che vanno oltre tutto, che ti si infilano dentro e ti cambiano la vita, oppure la vivono con te, anche se non ci sono più. Che io so solo impastare parole, che senza lei non le avrei mai impastate, senza di lei non mi sarei mai emozionata davanti a un’alba, a una poesia, a una caramella haribo per terra, a un fiore solo in un prato in una zona industriale che sembra urlare al vento e al cielo, ‘io ci sono, per te, per chi mi vuol vedere, per chi mi vuol respirare’. Che senza lei probabilmente non ci sarebbe stato il resto di questa mia vita, che a me piace così e non la cambierei mai, fra i miei disastri e le mie inquietudini, fra le mie timidezze che mi fanno da guscio e quella voglia irrefrenabile di seguire il vento ovunque sbatta, senza direzione. Che è meraviglioso avere qualcuno da ringraziare tutta la vita anche solo guardando il cielo quanto apri gli occhi al mattino e fare l’occhiolino a una nuvola che corre e tu sai che corre insieme a te, ovunque sia. Attraversare il vuoto senza rete. Perdere per non perdersi. Alla ricerca di un tesoro senza mappa. Questo cielo spalancato di noi. Ti lecco nel vento e mi restituisci carezze. Non ci ho mai capito niente della vita e nemmeno voglio capirci, chi se ne frega, prima di tutto l’emozione. Soltanto dopo, la comprensione. Sono un refuso di inutile poesia, consonanti raccolte con disordine perfetto, che abbia qualche suono, dipingo me stessa ma come acquerello mi dissolvo di fronte al cielo che fa l’amore col vento. Il cuore ha gli occhi lucidi. Di te. Auguri.