Papa Francesco e Marino

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    “Non l’ho invitato”. Papa Francesco poco francescano nei riguardi del sindaco di Roma Marino, ormai cloaca di tutti i mali della capitale, metropolitana compresa. L’uscita secca del Papa interpellato sulla presenz di Marino negli Stati Uniti è fin troppo sorprendente. Mi sa che Papa Francesco sia sulla difensiva, sotto accusa della destra (italiana) di essere “comunista”, con la perplessità del Congresso amricano (a maggioranza repubblicano, quindi conservatore) sulle accuse esplicite sull’interventismo militare, sui poveri, i migranti ecc. Va a pranzo con i poveri. L’America “protestante” non ha gradito le folle plaudenti, per la prima volta, perfino l’uso della lingua “minore” rispetto all’inglese, l’atteggiamento da “star” (stella) al netto della sua battuta sulle stelle cadenti. Ma perché una scortesia così tranciante verso il sindaco di Roma? C’è un sinodo che vedrà volare gli stracci sui temi “sensibili”, sui divorziati, sui gay… Il Papa che ha sentito il bisogno di ribadire che sa recitare il “credo”, per rassicurare l’ala conservatrice della sua Chiesa, ha offeso Marino per non essere tacciato di sintonia con il sindaco che ha promosso i matrimoni gay. La lettura di non voler interferire sulle prossime elezioni romane è monca: così ha interferito eccome, contro Marino che comunque il Pd non ricandiderà. Il medico sindaco, travolto da scandali che non lo toccano personalmente ma solo per “responsabilità oggettiva”, non è stato difeso dal Pd ma neppure da Sel che sui temi citati dovrebbe essere in perfetto accordo con il sindaco di Roma. E Marino a questo punto sembra la cloaca romana. Le cloache non sono sporche per genesi, ricevono lo sporco altrui. Tacciarle di marciume richiama il detto del bue che dà del cornuto all’asino.