occhi bendati e mente cieca

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    Aristea Canini

    Siamo portatori sani di magia. Mi guardo e accarezzo parole di carne. Le mangio insieme a un caffè bollente che mi getta nel mondo. L’alba si spalanca e si spoglia nuda di fronte al cielo. Io in mezzo. Rimango così. Un voyeur dell’infinito. Cerca chi ti regala felicità… invece di augurartela. Chi ti dimostra affetto… invece di raccontartelo. Chi ti merita… invece di dirti cosa meriteresti. Il cielo mi parla. Io lo ascolto. Trapassarmi l’anima e diventare battito di cuore. Cerco chi mi disarma vestendo solo se stesso. Ma oggi trovo solo giudici e giudizi su facebook, dove ogni uomo diventa giustiziere e paladino di battaglie che esistono solo nella sua testa. La cloaca e la stura di ogni malessere che vomita addosso al mondo giudizi. Vado con me e ritrovo il senso di sentire i brividi addosso per un colpo di vento fuori misura, che al posto di colpirmi la pelle, mi si infila nel cuore. E vado avanti, che in questi giorni è successo troppo. E’ successo tanto. E’ successo e basta. Che poi mi accorgo che comunque vada alla fine è sempre così, le cose belle insegnano ad amare la vita. Quelle brutte a saperla vivere. Del resto non m’interessa. Delle parole della gente tanto meno. Che bello fidarsi del proprio intuito, due occhi bendati vedono molto più chiaro di una mente cieca. Mi scrollo di dosso l’autunno dalla pelle e lo lascio ai colori della natura. E vengo con te. Perché fuori dalla paura c’è un sole bellissimo. E non importa se è difficile. Voglio restare in braccio all’impossibile.