POLVERE

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    (p.b.) “Memento homo quia pulvis es et in pulverem reverteris” e tutti noi capivamo al volo quello che voleva dire in latinorum il prete

    mettendoci la cenere sopra la testa. Ma quando mai. C’è ancora un paese, su in alto, dove le donne, stamattina, uscendo da messa, portavano tutte, ma proprio tutte, il “velo”, nero, quello contestato se imposto (giustamente contestato). Veramente mio zio prete, parroco d’antan, il velo lo imponeva eccome, provare a entrare in chiesa senza la mortificazione del coprirsi la vanità della “permanente”. Al contrario gli uomini, abituati a levarsi il cappello per strada per salutare, se lo dovevano ovviamente togliere entrando in chiesa. La cenere era la stessa, per uomini e donne, perché si finisce tutti così. Ma ci sono ragazzi, direbbe Pavese, che finiscono presto, troppo presto, in un… fosso. Come ha detto uno stamattina citando non so chi, quando si è lontani, la morte la si sfida, più quella si avvicina e più la si teme.

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