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    (p.b.) Renzi ha sbagliato. Tu quoque? dirà qualcuno. Calma. L’errore che mi pare abbia fatto non riguarda la riforma costituzionale, il fatto che veda rosa anche quando si addensa un temporale, i pugni battuti sul tavolo in Europa, le divisioni nel suo partito e quant’altro. Secondo me ha sbagliato semplicemente a porre la domanda sul referendum di dicembre. Doveva fare in modo che votassero No per dire Sì. Come è stato per i referendum sul divorzio e sull’aborto, quando si doveva mettere una croce sul No appunto per dire Sì. I popoli della terra in questo periodo sono predisposti a dire No a tutto. Sento nostalgici di giovinezze mai vissute (insomma, fascisti a salve) che temono derive autoritarie. Ma come, se dev’essere nostalgia del ventennio dovrebbe essere proprio quella di “un uomo solo al comando”. E anche la destra moderata ha sempre puntato sulla “repubblica presidenziale”. Sento comunisti di risulta difensori a oltranza dello statu quo e della Costituzione così com’è: ma come, i loro predecessori (ormai antenati) hanno cresciuto generazioni nella prospettiva di una rivoluzione che avrebbe contemplato il periodo “transitorio” della “dittatura del proletariato” su modelli che non erano certamente esempi di democrazia diffusa, in attesa della “rieducazione” del popolo a una coscienza di se stesso, rimandata sine die. Da rivoluzionari a conservatori. Lo sbaglio di Renzi è non aver capito che questo è il tempo del No a prescindere. Perfino se chiedi a uno se sa dov’è via tal dei tali, ti risponde No per evitare il fastidio di spiegarti come arrivarci, a qualsiasi domanda il No vince alla grande. “Dite Sì quando è Sì e No quando è No, tutto il resto viene dal diavolo”, ha detto Gesù. Qui il diavolo non solo non ha fatto i coperchi ma ha rovesciato la pentola. Diciamo No per stare sul sicuro. E’ la paura della vecchietta di Siracusa che pregava gli dei perché mantenessero in salute Dionigi, tiranno della città. Questi, meravigliato, la mandò a chiamare e le chiese come mai pregasse per lui, forse l’unica a farlo in città. Lei rispose che prima c’erano stati altri tiranni ma quelli che erano venuti dopo erano sempre peggiori. Quindi, No a cambiamenti, lunga vita al tiranno. No a prescindere dalla realtà. Vuoi vedere che la crisi dei matrimoni deriva dal semplice fatto che bisogna rispondere Sì?

    (Ps. E’ chiaro che io sono per il Sì, perché è meglio un uovo oggi che nessuna gallina domani. Anche, direbbe Giuseppe Berto, se questo è inutile. E mi sento un salmone che va controcorrente e deve saltare una cascata).