Sul crinale dell’alba

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    E’ sgualcito, ma è più bello così. Ogni volta quando si riparte rimane con me, ogni volta cambia compagni di viaggio, il mio piccolo diario pieno di parole che non so leggere, perché io non so scrivere la mia grafia, non ci fosse il pc non saprei mai ciò che impasto, ma è bello non sapere ciò che si dice, imparo da ciò che non so. Adesso se ne sta appoggiato nel mio zainetto, altrettanto sgualcito, insieme a mascherine, un fondotinta, caramelle per la tosse e ancora mascherine. Chissà cosa penserà nel vedersele accanto da quasi due anni. Io preferisco non pensare troppo e guardare strade nuove, che poi a volte non arrivano mai, ma è anche questo il senso del cercare, anche il non trovare. Insieme al mio diario c’è sempre una buona dose di ottimismo, comunque vada, che poi è quella cosa che proprio non hanno i no vax, i no euro, i no albe, i no tramonti, ecc, avete notato che sono sempre arrabbiati? Eppure la mascherina dovrebbe fare per loro, copre anche il broncio. Boh. Non importa. Ok, andiamo.

    Torno a cercare anche quest’anno chi fa crescere i fiori sul cemento, chi, se gli chiedo di portarmi al mare, mi porta minimo sull’oceano, chi mi porta a vedere un posto dove secondo me ci vivono le fate, ma bisogna andarci subito perché si vedono solo in inverno; no dai, è un trucco, possiamo andarci sempre, quando i nostri tempi ne avranno voglia, quando non saremo troppo impegnati a regalare consigli al sole o alle stelle.

    A caccia di amore, in fondo alla via, dentro casa, ovunque, per arrivare a dire a qualcuno, a te, che vorrei prendere un bacio incredibile e lasciarlo scivolare sul vento fino alle tue labbra, bere una bottiglia di vino e alla fine buttare la sobrietà il più lontano possibile, che in realtà potevo soltanto scriverti:mi manchi anche quest’anno, e vediamo se nel tuo vivere c’è ancora un posto per me. Passeranno ancora notti lunghissimecome treni in corsasu cui non sono seduta.Li ascoltoche tagliano il silenzioe fanno un rumore chesi trascinaanche quando ormai sono altrove,a molti chilometri da chi vorrei essere.Passano in queste lunghe nottiche pesano come fieno bagnatoe hanno quell’odore diasfalto erba pioggiache mi tiene svegliaa cercare di non sentirli,né i treni né quell’odoreche mi porta viama mi lascia qui,sola,sul crinale dell’alba di un nuovo anno.

    Aristea Canini