tempi grigi

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    (p.b.) Tempi grigi, con le sue cinquanta e passa sfumature (riferimento al film più visto in queste settimane) che sembra che il mondo si sia rassegnato a sopravvivere nella mediocrità, cercando sensazioni anche estreme nelle relazioni umane. E’ l’esaltazione dei rapporti individuali, nella decadenza dei “miti eterni della patria e dell’eroe” che eterni non erano, direbbe Brecht che ironizzò sugli “invincibili eserciti” “in fuga furiosa” e sull’ “innumerabile” armata le cui navi, al ritorno, dopo la sconfitta, “le si potè contare”.

    E nel crollo di progetti globali alternativi di convivenza sociale. Il grigiore della mediocrità esalta i mediocri, che alzano la voce nei bar, dettano la ricetta infallibile per cambiare il mondo con uno schiocco di dita, che ci vuole, si azzera tutto e si ricomincia.

    Da chi, da dove, da quando? Ci sono giorni che sono più grigi, hanno la sfumatura più bassa, sembrano l’autunno del nostro scontento. Mi butto sul libro (riletto) che racconta di un villaggio sperduto, Macondo e del colonnello Aureliano Buendìa che “promosse trentadue sollevazioni armate e le perse tutte”. Almeno lui, come le cinque anatre di Guccini (“Cinque anatre andavano a sud, forse una soltanto vedremo arrivare,

    ma quel suo volo certo vuole dire che bisognava volare!”), aveva tentato di fare qualcosa, come McMurphy (Jack Nicholson) in “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, che di fronte al gigantesco indiano tenta di sradicare addirittura un grande lavabo. Non ce la fa ma all’indiano dice: “Almeno io ci ho provato”. Ci riuscirà l’indiano per lui. O la storia del Coyote che sfida una Stella, cantata da Lucio Dalla: La vita è fantasia e coraggio
e lotta dura, o la voglia d’inventare.
E se la Stella con la Coda
tante storie raccontava,
la fantasia del Coyote
col suo fuoco la bruciava”.

    Sembra siano state azzerate anche le favole. Si va di fretta, oltre ai sogni, sono annullati i tempi di attesa, i “sabati del villaggio” meglio del “dì di festa”? Ma quando mai, “è qui la festa”, non c’è tempo per le vigilie, non c’è prospettiva. Si perdono i preliminari della vita.

    Sfumature: i tassisti protestano contro un meccanismo che farebbe risparmiare tempo e denaro alla gente ma sconvolge la posizione di monopolio, acquistata a caro prezzo, ma ormai fuori tempo. I farmacisti riescono ad annullare la paventata diffusione dei punti di distribuzione medicinali, i giudici strillano contro la nuova legge che li riguarda rendendoli responsabili dei loro errori (“chi sbaglia paga”), il che ci rivela che fino a oggi non è stato così, potevano mandarci in galera per “colpa” anche grave senza pagarne le conseguenze.

    Anche quelli che minacciano “siamo a sud di Roma”, quelli che nei video ci mettono il cupolone e il colosseo, annunciando chissà quali sfracelli, in fondo non ci fanno paura più di tanto. Hanno adottato la strategia delle esecuzioni individuali, che agli occidentali fanno più impressione delle stragi di massa (!). Ci hanno studiato, hanno capito che da noi, ognuno va per conto suo, cercando la propria sfumatura di grigio, per uscire dal grigiore di massa. Per essere qualcuno, con una sfumatura di grigio individuale che si noti, nel fotone di massa, appena seppiato. Sfumature.

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