UNA SORGENTE CHE CORRE E CORRE Un mantello blu, una penna blu, un groviglio di rovi blu, una strada stretta blu. Non so cosa è il blu. Non so cosa sono io. Un groviglio, un mucchio di consonanti e vocali che a volte sono stanche, a volte meno, a volte vorrebbero diventare solo sorde, per non ascoltare chi abusa di loro, chi violenta continuamente il mondo con frasi senza senso, con un non senso di frasi. E scopro che più rimango in silenzio e più riesco a sentire. Non so se non avere ali è premio o castigo. Non so se quello che non so è polveriera che riposa in qualche deposito del mio cuore. È così bello non sapere. Ti permette di cercare di sapere. Che è diverso dal pensare di sapere che oggi va di moda come e più di tutto. La mia inquietudine è una poltrona di sofà che mi coccola, un richiamo verso ciò che mi fa stare in equilibrio sul nulla. Anche gli Angeli inciampano, ne sono sicura, qui invece non puoi mai inciampare, sono tutti così sicuri, sono tutti così bravi, sono tutti così. Fra ragazzini che vengono messi in competizione già a 4 anni su un campo di calcio per finire a quasi uomini che continuano la competizione appena assunti in aziende dove il leit motiv è sempre e solo un traguardo, un obiettivo, una parola in inglese, non importa cosa significa, basta che ti faccia sentire qualcuno, poi se quel qualcuno non lo sei, o non vuoi esserlo, a questo mondo importa poco. La possibilità di uscita però c’è sempre, non so quale sia la vostra, cercatela, è quella che vi fa star bene, senza competizioni e inglesismi. La mia oggi è appoggiare la testa a un albero, chiudere gli occhi, e ascoltare una sorgente che corre e corre e corre.

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    Un mantello blu, una penna blu, un groviglio di rovi blu, una strada stretta blu. Non so cosa è il blu. Non so cosa sono io. Un groviglio, un mucchio di consonanti e vocali che a volte sono stanche, a volte meno, a volte vorrebbero diventare solo sorde, per non ascoltare chi abusa di loro, cUn mantello blu, una penna blu, un groviglio di rovi blu, una strada stretta blu. Non so cosa è il blu. Non so cosa sono io. Un groviglio, un mucchio di consonanti e vocali che a volte sono stanche, a volte meno, a volte vorrebbero diventare solo sorde, per non ascoltare chi abusa di loro, chi violenta continuamente il mondo con frasi senza senso, con un non senso di frasi.
    E scopro che più rimango in silenzio e più riesco a sentire. Non so se non avere ali è premio o castigo. Non so se quello che non so è polveriera che riposa in qualche deposito del mio cuore. È così bello non sapere. Ti permette di cercare di sapere. Che è diverso dal pensare di sapere che oggi va di moda come e più di tutto.
    La mia inquietudine è una poltrona di sofà che mi coccola, un richiamo verso ciò che mi fa stare in equilibrio sul nulla. Anche gli Angeli inciampano, ne sono sicura, qui invece non puoi mai inciampare, sono tutti così sicuri, sono tutti così bravi, sono tutti così. Fra ragazzini che vengono messi in competizione già a 4 anni su un campo di calcio per finire a quasi uomini che continuano la competizione appena assunti in aziende dove il leit motiv è sempre e solo un traguardo, un obiettivo, una parola in inglese, non importa cosa significa, basta che ti faccia sentire qualcuno, poi se quel qualcuno non lo sei, o non vuoi esserlo, a questo mondo importa poco.
    La possibilità di uscita però c’è sempre, non so quale sia la vostra, cercatela, è quella che vi fa star bene, senza competizioni e inglesismi. La mia oggi è appoggiare la testa a un albero, chiudere gli occhi, e ascoltare una sorgente che corre e corre e corre.
    hi violenta continuamente il mondo con frasi senza senso, con un non senso di frasi.
    E scopro che più rimango in silenzio e più riesco a sentire. Non so se non avere ali è premio o castigo. Non so se quello che non so è polveriera che riposa in qualche deposito del mio cuore. È così bello non sapere. Ti permette di cercare di sapere. Che è diverso dal pensare di sapere che oggi va di moda come e più di tutto.
    La mia inquietudine è una poltrona di sofà che mi coccola, un richiamo verso ciò che mi fa stare in equilibrio sul nulla. Anche gli Angeli inciampano, ne sono sicura, qui invece non puoi mai inciampare, sono tutti così sicuri, sono tutti così bravi, sono tutti così. Fra ragazzini che vengono messi in competizione già a 4 anni su un campo di calcio per finire a quasi uomini che continuano la competizione appena assunti in aziende dove il leit motiv è sempre e solo un traguardo, un obiettivo, una parola in inglese, non importa cosa significa, basta che ti faccia sentire qualcuno, poi se quel qualcuno non lo sei, o non vuoi esserlo, a questo mondo importa poco.
    La possibilità di uscita però c’è sempre, non so quale sia la vostra, cercatela, è quella che vi fa star bene, senza competizioni e inglesismi. La mia oggi è appoggiare la testa a un albero, chiudere gli occhi, e ascoltare una sorgente che corre e corre e corre.