Abbiamo visto tutti gli ultimi dati, che sono confortanti, ma non è ancora il momento di abbassare la guardia sulle misure precauzionali. Indubbiamente si pone anche l’esigenza di iniziare a pensare alla cosiddetta “Fase 2” e al dopo emergenza. Ci sono due parole che in questo periodo ricorrono spesso: risorgimento e resurrezione. Sono parole che rimandano ad un immaginario diverso, politico e religioso, ma che appartengono allo stesso campo semantico. Entrambe rimandano alla missione a cui siamo chiamati nelle prossime settimane. Gli strascichi economici e sociali saranno enormi, inutile negarlo. Ma proprio per questo serve un piano strategico di rilancio per tutto il Paese, con un’attenzione specifica ai territori più colpiti come il nostro. Condivido l’idea di un’unica cabina di regia territoriale che si occupi di affrontare l’emergenza e la ripresa. Serve partire soprattutto dai territori più colpiti con i test sierologici o anticorpali. È una priorità dovuta a chi ha pagato il prezzo più caro in termini di vite umane e di persone contagiate. Pagare dazio due volte sarebbe imperdonabile. Dobbiamo garantire a tutte le persone di poter riprendere in condizioni di sicurezza, tutelando la salute, e dare un segnale concreto ai questi territori.
Sono state tante le azioni di sostegno con i vari decreti, per garantire la più ampia cassa integrazione di sempre, estesa anche a categorie finora escluse, per sostenere i comuni, le famiglie, i lavoratori e le imprese. Altri provvedimenti arriveranno dopo Pasqua con la volontà di poter mettere a servizio tutte le risorse di cui disponiamo. Serve unità e collaborazione tra tutti i livelli istituzionali, economici e sociali. Nessuno si salva da solo e nessuno deve essere lasciato indietro.
Un forte abbraccio, Elena Carnevali