(M.B.) La prima è fumata nera. Ieri alle 15:00 sono iniziate le votazioni, dopo gli ultimi incontri tra il premier Draghi e i leader dei partiti. Che fosse una giornata di schede bianche, era prevedibile: il quorum irraggiungibile è di 673 voti, ⅔ degli elettori. E intanto continuano le discussioni sul possibile futuro presidente della Repubblica, anche se ancora non sembrano esserci accordi su un unico nome. Il Movimento Cinque Stelle si è espresso contro la salita di Draghi al Quirinale e nel frattempo ha dato come indicazione di voto ai grandi elettori pentastellati: “Scheda bianca (ovvero senza alcun nome scritto)”. Subito il sarcasmo di qualche parlamentare: “Perfetto: scrivo esattamente così, parentesi comprese”.
Ad ogni modo, anche all’estero la salita di Draghi non è vista di buon occhio: certo vedere al capo del governo italiano l’ex direttore della Bce è una rassicurazione per l’Europa. Scrive il quotidiano inglese “Financial Times”: “Un altro governo rischierebbe di crollare, mettendo a rischio i fondi europei del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza”. Si associano anche la Lega di Salvini e Forza Italia di Berlusconi, mentre nel PD convivono opinioni contrastanti. Inutile dire che le schede bianche del primo scrutinio sono state ben 672 su 976 votanti, mentre tra gli altri, accanto ai voti per Paolo Maddalena (36) e Sergio Mattarella (16), spiccano quelli “anomali” per Amadeus, Bruno Vespa o Alberto Angela. Anche qua il senso dell’umorismo dei parlamentari non è venuto meno.