ENDINE GAIANO – Il Dr. Giosuè Zambetti, per 40 anni medico di base a Endine, va in pensione… ma lo aspetta il Perù

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Lui si schernisce, da uomo riservato qual è. Ma che sia stato per decenni una vera istituzione per la comunità di Endine Gaiano (frazioni comprese) è innegabile. E adesso che, a fine luglio, è andato in pensione dopo 40 anni di onorato servizio, molti dei suoi pazienti, in particolare gli anziani, si mettono le mani nei capelli.

Del resto, il dottor Giosuè Zambetti, 68 anni, più volte nel corso dell’intervista si autodefinisce “vecchio medico di paese”. Il che non rappresenta una ‘diminutio’… semmai è il contrario. Oggi si sente sempre più (anche in questo caso, specialmente tra le persone di mezza età o anziane) la mancanza (anche la nostalgia) dei vecchi medici di paese, quelli che erano sempre disponibili, che se li chiamavi accorrevano al tuo capezzale, che ricevevano i pazienti senza bisogno di prendere l’appuntamento. Del resto, in tempi lontani il ‘sciur dutùr’ era, insieme al ‘sciur preòst’, al ‘sciur sìndech’ e alla ‘sciura maestra’, un’autorità che in paese non veniva messa in discussione.

Altri tempi, altra società. Veniamo però all’oggi. L’oggi di Endine Gaiano è caratterizzato dall’addio del suo storico medico, che verrà comunque sostituito (e già questo è positivo e per nulla scontato…) da una dottoressa.

Sabato 22 luglio il sindaco di Endine Gaiano Marco Zoppetti gli ha conferito un riconoscimento a nome dell’intera comunità endinese per la sua quarantennale presenza sul territorio comunale.

Dottor Zambetti, lei è sempre stato medico di base qui a Endine? “Sì. Ero laureato da qualche anno e i miei primi assistiti a Endine li ho censiti il 20 maggio 1983. Quando uno arriva alla mia età, alla fine di una lunga esperienza lavorativa, si guarda un po’ indietro meditando sulle scelte che ha fatto in passato. La prima riflessione che faccio è questa: perché mi è capitato di fare il medico a Endine? Innanzitutto, perché io sono di Endine, sono nato, cresciuto e ho vissuto nel Comune di Endine. Per la precisione, abito a San Felice al Lago. E quello di fare il medico nel mio paese non è stato un caso fortuito, no, è stata una mia precisa volontà. Da giovane avevo due cose in mente: la prima era di fare il medico nel mio paese; la seconda era di fare il medico di base, perché volevo un rapporto diretto con la gente. Sono riuscito a soddisfare entrambe queste mie idee e posso dire di essere stato ampiamente ripagato dall’effetto, dalla riconoscenza di tante persone che in 40 anni ho avuto modo di incontrare, come pazienti, amici, venendo in contatto con tante storie familiari… Insomma, è stato bello, anche se poi, ovviamente – sorride – non è che in 40 anni ho sempre camminato sui petali di rose”.

Lei è sempre stato l’unico medico di Endine e frazioni, oppure ce ne sono altri? “No, c’è il dottor Enami, che esercita in questo distretto. In passato c’erano stati altri medici, che ho avuto la fortuna di avere come amici e miei assistiti. Con tutti i medici con cui ho collaborato in questi decenni ho sempre mantenuto un buon rapporto”.

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