ESCLUSIVO MARCO ZANNI dopo l’abbandono dei 5 Stelle L’europarlamentare di Lovere racconta perché ha lasciato Grillo e Casaleggio:

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Tradiscono gli elettori. Ecco comeil Movimento è passato dalla democrazia diretta a una gestione verticistica. L’inversione a U sull’euro. Il ritorno a Canossa e la figuraccia apocalittica. Chi critica viene espulso”

Piero Bonicelli

E’ uscito dal firmamento dei 5 Stelle. Sbattendo la porta. Accusando il Movimento di aver tradito gli elettori. E’ un europarlamentare, mica uno che passa per caso dalla via lattea grillesca. Marco Zanni passa il weekend in famiglia, nella sua casa di Lovere, poco sopra il santuario delle due Sante. Ha 30 anni, un giovane lanciato nel cielo politico europeo da una votazione (allora sorprendente) nel web.

Cominciamo dal suo (breve) passato. Liceo classico al Celeri di Lovere, laurea in Economia e Commercio alla prestigiosa università Bocconi, master in economia all’Università di Barcellona (fondata dai Gesuiti, tanto per far capire il “peso” nel panorama universitario del settore).

E’ un giovane con solide basi culturali, si direbbe con frase fatta. E si interessa di politica, partendo da zero, niente movimentismi alle spalle, “curioso e critico” che però non vuole incasellarsi nelle categorie storiche di destra e sinistra, in cui non si riconosce (tenete a mente questo passaggio perché adesso la sua collocazione ha destato scalpore).

Gli inizi del V-day

Il panorama politico italiano presenta una novità. Nel 2008 il primo “V-day”, nel 2009 viene fondato il Movimento 5 Stelle che si presenta alle elezioni regionali lombarde per la prima volta con candidato Vito Crimi, bresciano, adesso senatore. Non fu eletto non avendo il Movimento superato la soglia minima del 3% per accedere ai seggi regionali. Marco Zanni sta vivendo la sua esperienza universitaria a Barcellona ma tiene d’occhio quello che succede in Italia, è “incuriosito” da quella novità grillesca, dalla sua “struttura piatta” (anche qui tenete a mente la definizione) che lancia candidati “non raccomandati da nessuno”. “Un metodo interessante, come anche le campagne elettorali fatte a bassissimo costo: ma soprattutto i cavalli di battaglia, i costi esorbitanti della politica , la battaglia per la legalità con il Parlamento pieno di indagati e addirittura condannati, e l’obiettivo della semplificazione politica, politica aperta a tutti senza discriminazioni, tutti hanno la possibilità di assumere un ruolo politico…”. Anche gli incapaci? “Guarda, se il sistema politico tradizionale ha eletto i Razzi e le Zanicchi allora la selezione dal basso è meno rischiosa…”. ..

L’altra faccia di Grillo

Lo hai conosciuto bene? “Ci siamo incontrati molte volte”. E che tipo è? “Non quello che appare all’esterno. Come succede spesso ai comici costretti per professione a far ridere, nel privato è molto serio, spesso scorbutico. Gli va dato atto di aver creato una struttura politica che ha intercettato un grande consenso”. Un consenso indifferenziato. Vale a dire che c’è dentro di tutto, il malcontento somma diverse cause e a volte opposte motivazioni. Rischia, chi ne fa una ‘raccolta indifferenziata’ di farne una cloaca… “Certo, si è creato oggettivamente un miscuglio eterogeneo. Da qui nasce il messaggio ‘ecumenico’ di Grillo, nel tentativo di cucire insieme esperienze e provenienze diverse. E questa è a mio parere la paura nel prendere posizioni su diversi temi, negli ultimi tempi, pensa all’Unione Europea, all’Euro, ai matrimoni civili, all’aborto, all’emergenza immigrazione… su questi si è dato una botta al cerchio e una alla botte, a volte in modo contraddittorio tra una dichiarazione e l’altra”.

Inversione a U

Voi parlamentari eravate tagliati fuori. Non avete reagito? “Certo, io personalmente, supportato da alcuni colleghi, ho chiesto di discutere su questa inversione a U. Era il giugno scorso, nel 2016. La richiesta di discutere la nuova linea è stata bocciata. Sul Blog. A quel punto mi sono sentito isolato e ostracizzato, con un metodo para-fascista. Chiedevo solo che si tornasse agli impegni presi in campagna elettorale. Non ero io che cambiavo e tradivo gli elettori ma i vertici che facevano un voltafaccia, ho girato per le Regioni a spiegare perché l’euro è sbagliato per l’Italia, ma ero sempre più solo”.

Ma perché un’inversione a U proprio nel momento del trionfo dell’euroscetticismo e della Brexit?

Questo non me lo spiego e nessuno se lo spiega. E’ come saltare da un treno che sta andando a 200 all’ora. Tutto a Bruxelles era deciso da Borrelli, l’uomo di Casaleggio e Grillo”.

E arriviamo ai fatti o ai fattacci. Grillo (o chi per lui) tenta di uscire dall’EFDD guidato da Farage per entrare nell’ALDE (che sta per Alliance del Libéraux et des Démocrates pour L’Europe, vale a dire il gruppo liberale più europeista che ci sia a Bruxelles).

Sono io il Capo”

A votazione ancora aperta c’è finalmente un incontro con Grillo e Casaleggio. Nell’incontro ci dicono chiaramente che non c’è niente da spiegare, era una decisione presa a tre (con i due anche Borrelli) e Grillo a un certo punto sbotta dicendoci che è lui il ‘capo politico’ del Movimento e lui solo ha il ‘potere di decidere’. A quel punto mi sono alzato, ho abbandonato la riunione e sono andato nel mio ufficio, mi sembrava una mancanza di rispetto e di fiducia nei nostri confronti e nei confronti di chi ci aveva votato. Passano pochi minuti e arriva la notizia che l’ALDE rifiuta di accettare il Movimento 5 Stelle nel suo gruppo parlamentare. Puro dilettantismo politico…

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