“L’ultimo dell’anno ho fatto 5 ore di fila con mio figlio di 3 anni per fare il tampone perché lui aveva la febbre ed ero stata a contatto nei giorni prima con un positivo”. La mail arriva da Bergamo e dello stesso tenore ne sono arrivate tante. In questi giorni più che la corsa ai regali o le file per i saldi, la gente si è messa in coda per i tamponi, l’ultimo giorno dell’anno a Milano al San Carlo è andato in tilt il sistema e centinaia di persone sono state mandata a casa dopo 11 ore di coda, il San Paolo aveva finito i tamponi, a Lodi fila di ore con tante persone, molte con febbre, costrette a fare la pipì nei campi. Tutti in fila per cercare di fare tamponi perché sintomatici o a fine quarantena. “Quasi quasi apro uno street food e noleggio sacchi a pelo, le attività fiorenti intorno alle code davanti alle farmacie”, ci scrive un lettore. E intanto ecco l’elenco dei punti tampone privati convenzionati che Ats ha diffuso in questi giorni per implementare quelli ospedalieri e delle farmacie operative, certo, non hanno aiutato le dichiarazioni del direttore generale Giupponi che ai sindaci ha dichiarato due giorni fa che “quanto alla situazione tamponi, siamo di fronte ad un’isteria collettiva non giustificata dal punto di vista sanitario, con accesso ai punti tampone anche da parte di chi non ne avrebbe necessità”. Insomma, non c’era certo bisogno di buttare altra benzina sul fuoco. …
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