Ci sono addii che sanno di arrivederci, che sono solo un posticipare. Ci sono addii che sono saluti, che aprono il cuore, lo spazzano di meraviglia. Come queste lettere. Per la festa della mamma. Che solitamente negli ultimi anni raccontavamo storie di mamme che avevano perso i figli, per raccontare che mamme si è per sempre. Quest’anno abbiamo voluto fare una cosa diversa, i figli che ricordano le mamme al tempo del covid 19, mamme che non hanno fatto a tempo salutare o mamme che sono diventate nonne proprio in questi giorni ma non hanno potuto respirare, toccare, vivere il proprio nipotino. Mamme che continuano ad essere mamme e lo saranno sempre, in un pezzo di cielo o in un paese lontano, perché ci sono legami che non si spezzano mai. Sul numero in edicola trovate tre lettere, la prima una donna di Vilminore che scrive alla sua mamma in casa di Riposo, una lettera dolce e intensa, la seconda è una neo nonna che non può vedere il nipotino e nemmeno sua figlia che ha appena partorito, la terza è la storia di un’anziana di Sovere morta in casa di riposo, la lettera scritta da sua figlia che la saluta con commozione…
La donna alla finestra
Antonia Pozzi
Ricordo che, quand’ero nella casa
della mia mamma, in mezzo alla pianura,
avevo, una finestra che guardava
sui prati; in fondo, l’argine boscoso
nascondeva il Ticino e, ancora più in fondo,
c’era una striscia scura di colline.
lo allora non avevo visto il mare
che una sol volta, ma ne conservavo
un’ aspra nostalgia da innamorata.
Verso sera fissavo l’ orizzonte
socchiudevo un po’ gli occhi; accarezzavo
i contorni e i colori tra le ciglia:
e la striscia dei collì si spianava,
tremula, azzurra: a me pareva il mare
e mi piaceva più del mare vero.
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 8 MAGGIO