FINO DEL MONTE – Don Mauro: “La mia fede, il mio Altopiano, ho guardato la cartina per capire dove era Zogno, l’Eucarestia resterà al centro delle mie giornate…”

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È un venerdì pomeriggio di inizio primavera, don Mauro Bassanelli è diviso tra i mille impegni, ma trova il tempo per fermarsi un attimo a raccontarci il suo cammino sull’Altopiano. Altopiano che per lui è sempre stato sinonimo di casa. A settembre partirà alla volta della Val Brembana, a Zogno, Ambria e a Grumello de Zanchi, le nuove Parrocchie che il Vescovo Francesco Beschi ha scelto per lui.

Prima di ripercorrere il suo lungo viaggio, partiamo dalla ‘carta d’identità’ di don Mauro: classe 1969, clusonese, originario della Parrocchia delle Fiorine e sacerdote dal 1996, anno in cui gli è stato affidato l’incarico per la Pastorale Giovanile a Rovetta, Fino del Monte, Onore, Songavazzo e San Lorenzo. Nel 2008 invece è diventato parroco di Fino del Monte, dove rimarrà fino a questo autunno. Ma riavvolgiamo il nastro, partiamo dai suoi primi passi e dai giovani, con cui, mattone dopo mattone, ha costruito una ‘famiglia’ meravigliosa, unita.

La mia vicenda è piuttosto particolare – inizia don Mauro – perché io sono originario delle Fiorine e ho passato gli anni da seminarista a Rovetta e poi, devo dire piuttosto inaspettatamente, nel 1996 il Vescovo Roberto Amadei mi ha incaricato proprio a Rovetta come responsabile della Pastorale Giovanile. Ero tra i primi a ricoprire in diocesi questo “nuovo ministero” non di curato di oratorio, come siamo soliti pensare, ma di responsabile delle giovani generazioni per avviare il processo che andava a costituire quelle che sarebbero state le unità pastorali.  Sono stati dodici anni meravigliosi e, certo, i primi anche faticosi, perché stavamo avviando dei progetti nuovi, di collaborazione tra le parrocchie. Abbiamo iniziato con il gruppo degli adolescenti divisi paese per paese, ma dopo tre anni mi sono reso conto, in collaborazione con i mei animatori, che la strada giusta da seguire era quella di unificare i gruppi e convogliare tutto all’Oratorio di Rovetta, senza mai tralasciare, attraverso dei momenti particolari, la presenza degli adolescenti e dei giovani nelle altre realtà parrocchiali. Una scelta non facile, ma che ha dato i suoi frutti: si è creato un gruppo bellissimo, c’erano tanti ragazzi e animatori, abbiamo portato avanti momenti di formazione nel cammino ordinario, pellegrinaggi, recital, giornate di convivenza, ritiri spirituali con momenti prolungati di silenzio e di adorazione. Quindi portavamo avanti un percorso aggregativo ma anche formativo e spirituale. Nel gruppo adolescenti in quegli anni ho avuto la grazia di due preti novelli, don Davide Visinoni e don Mattia Ranza… beh, una grande soddisfazione. Non solo, molti giovani si sono anche buttati in ambito sociale e politico, penso a Stefano Savoldelli, ex sindaco di Rovetta, Marco Carrara, che è stato presidente della Fondazione Galliccioli, e Michele Schiavi, sindaco di Onore, tanto per fare alcuni esempi”.

Poi, dodici anni dopo, la Parrocchia di Fino del Monte: “Anche in questo caso non me l’aspettavo, difficilmente un sacerdote diventa parroco nella stessa Parrocchia, ma stavamo avviando un bel progetto e il Vescovo Roberto mi ha incaricato come amministratore parrocchiale a Onore per due anni. Poi è arrivato Fino del Monte, una realtà che conoscevo abbastanza bene, perché bazzicavo già. Certo, essere parroco è un ruolo completamente diverso. Ero giovane e mancava tutta l’esperienza della parte amministrativa. Ho sentito la responsabilità di creare e favorire  quello spirto di comunione tra i gruppi parrocchiali e di coordinare tutto ciò che esiste all’interno di una seppur piccola parrocchia”.

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