FINO DEL MONTE Ricorso al Consiglio di Stato e alla Procura sull’Asilo: “Chi ha firmato pagherà…”

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(p.b.) Riportiamo il documento annunciato su Araberara lo scorso numero. E’ la lettera che la Superiora dell’Asilo il 25 marzo 1938 invia su un cartoncino al “Signor Commissario” Prefettizio dell’epoca chiedendo la disponibilità per l’asilo di una stanza prima utilizzata per “il rancio dei poveri” e adesso “in libertà”.

Erano tempi in cui la burocrazia non la faceva più da padrona, i rapporti erano diretti e immediati. In effetti sullo stesso cartoncino che siamo in grado di riportare c’è il Sì di risposta in rosso. L’importanza di questo documento è rilevante perché è la testimonianza scritta del fatto che sia da parte della Superiora dell’Asilo che da parte del Commissario Prefettizio si dava per scontato che la proprietà fosse comunale, tanto che la Superiora chiede “di usufruirne per uso asilo come si aveva prima concessa in via di favore dal Municipio”. Attenzione alle parole: “in via di favore dal Municipio” il che rimanda ad altra corrispondenza in merito, sempre tra la Superiora o chi per essa e il Commissario che governa il Comune o chi per esso. Siamo in epoca fascista e, come detto, si va per le spicce ma il riconoscimento dei due enti è evidente….

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