FONTENO – Isabel, la leucemia, quel tema in terza Media, la scuola a Pisogne, i compagni di ospedale che diventano amici…

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Isabel ritorna. O forse non se ne è mai andata. Isabel non se ne andrà mai. Rivive dappertutto, non solo nel cuore e nello sguardo di chi l’ha conosciuta ma anche in quella stanza che sta per nascere all’ospedale di Brescia, voluta e donata dalla sua famiglia. La storia di Isabel Pedretti, da Fonteno, Alto Sebino, studente dell’istituto turistico di Pisogne,  l’abbiamo raccontata quando una ricaduta della leucemia che aveva vinto in passato l’ha portata in cielo, Isabel aveva 16 anni, Isabel ce l’ha raccontata sua mamma Katy attraverso le sue poesie, le sue storie, i suoi sorrisi, le sue lacrime. La storia di Isabel è continuata prima a Fonteno, il suo paese, dove è scattata da subito una impressionante raccolta fondi per sostenere un progetto voluto dalla famiglia di Isabel per aiutare i bimbi malati come Isabel e poi ad effetto domino in tutta la zona. Ora la mamma di Isabel è tornata a trovarci in redazione perché quel progetto che si è messa in testa e nel cuore quando Isabel è volata in cielo, lo ha realizzato, ma quello che è successo con Isabel riguarda altro, molto altro, un cuore che ha smosso montagne, già. “Non serve a nulla tirarsi indietro, io ho lottato contro la leucemia e quindi lo voglio dire, lo voglio dire davvero a tutti i ragazzi che bisogna lottare e provarci”, Isabel ce lo aveva raccontato quattro anni fa, a 12 anni, quando i suoi riccioli neri erano rispuntati dopo due anni durissimi. Isabel e la sua mamma Katy si erano raccontati e avevano raccontato quel tunnel dove la luce però affiorava spesso, nei battiti del cuore di una famiglia che aveva trasformato la malattia in un guscio d’amore, dove combattere ma vivere. Ed è stato così anche dopo, quando la leucemia è tornata a bussare al corpo di Isabel che su facebook il 31 gennaio di qualche anno dopo aveva scritto: Questo è il mio volto, tolgo l’armatura, lo ammetto sono fragile ma non avrò paura”. Isabel era così. Le parole gliele dettava il cuore. E mamma Katy ci ha portato queste parole, ci ha portato il suo quaderno, i suoi disegni, i suoi scritti: “Perché voglio far capire chi era Isabel e perché stiamo facendo tutto questo. La prima volta che ha avuto la leucemia era una bambina, ha sofferto, lottato, vissuto con grinta tutto, poi quando faceva i controlli sapeva che poteva tornare, che non era finita, che c’era il rischio di una ricaduta, ma lei la vita aveva deciso di giocarsela, di viversela, scriveva tutto su questo quaderno e lo scriveva in inglese perché io non capissi, lei era così”. Mamma Katy mostra il quaderno, frasi, appunti, poesie che poi ha tradotto, pezzi di cuore che sono un viaggio meraviglioso dentro l’anima. Isabel e le sue passioni, Isabel e El Shaarawy   (l’ex attaccante del Milan), Isabel e il cinema: “Qualche tempo dopo che è mancata i suoi amici mi hanno portata a vedere il film 50 sfumature di grigio, Isabel lo aveva visto in streaming”. Isabel e la sua forza: “Aveva imparato a incanalare il dolore e trasformarlo in qualcosa di positivo”. Poi la ricaduta: “Che è stata peggio della prima volta, sapeva a cosa sarebbe andata incontro, ci era già passata, aveva acquisito consapevolezza, sapeva che avrebbe riperso i capelli, sapeva tutti, suo fratello Daniel doveva fare le analisi per capire se era compatibile il midollo, doveva fare il trapianto ma non c’è stato tempo”….

Esame di Stato 1° ciclo prova scritta italiano

Pedretti Isabel  3 F

Caro Francesco

Come stai? Ormai è passato un anno dal nostro ultimo incontro, ricordi? Sai, ho finito la scuola media, non ancora perché devo svolgere gli esami di Stato (speriamo in bene). Ho passati tre anni bellissimi, con momenti brutti e tu lo sai meglio di me. Era agosto 2010, avevo undici anni e a settembre avrei iniziato la prima media con nuovi compagni, ma quella ‘bestia’ entrò nel mio corpo. All’inizio era tutto un gioco per me, mi dicevano che avrei dovuto scalare la montagna per vincere, tutto avrebbe avuto inizio con l’avviamento delle chemioterapie. Incominciai a perdere i capelli, i miei amati capelli, quelli che mi rendevano bella, ‘senza quelli non vivo’, era stato il mio primo pensiero, però ti rendi conto che sono ancora qua? Poi con i capelli ricci, se li odio!!! Settembre, inizio scuola, io volevo andarci, era uno dei mieti desideri, volevo imparare cose nuove ma non potevo perché i miei anticorpi non erano sufficientemente forti per stare tra la gente, cosi i tecnici del Comune di Endine crearono un collegamento internet con la webcam dove ogni mattina potevo seguire le lezioni insieme ai miei compagni. Passai la prima media. Passò un anno, facevo avanti e indietro dall’ospedale, mi ricordo che un martedì dovetti fare la PL (puntura lombare) e mi misero in camera con te, sì quel ragazzo moro che aveva il catetere al braccio come me, sì eri proprio tu. Da quel giorno non ho mai smesso di pensarti e le mie cure andavano a meraviglia. Inizio seconda media, settembre. Finalmente rientrai a scuola solo due ore, pochissime, ma la felicità che avevo dentro mentre stavo con i miei compagni non riesco ad esprimerla nemmeno ora. In quell’anno vieni a mancare tu, il mio migliore amico, quel ragazzo che mi aveva aperto il cuore, tu Francy. Da quel momento non sapevo più cosa fare. “Ti ricordi di Miriana e Michele? Sono lì con te ora, perché sono qua io? Posso venire con voi?”, dicevo a te la sera. Pregavo di morire, di avere una malattia incurabile almeno vi avrei rivisto ma io sono ancora qua e un motivo c’è. A scuola mi perdevo nei miei pensieri, era un periodo di non studio per me, non potevo essere bocciata per questo, giusto? Infatti eccomi in terza media, un anno fantastico, potevo prendere il pulmino con i miei amici, seguito tutte le ore di scuola, certo lo studio si faceva più pesante ma guarda dove sono oggi: all’esame scritto di italiano. Vuoi sapere cosa farò in futuro? Oltre a studiare farò conoscere alla nuova scuola chi eravate veramente, quei guerrieri che hanno fatto di tutto per vincere. Io ce l’ho fatta e sono qui per dirlo alla gente. Gli dirò di imparare a donare alla ricerca perché è importante, possono trovare delle cure a dei tumori. Cosa ne pensi? Ora vado, non so se questa lettera ti arriverà, sono sicura che l’hai già lette mentre la scrivevo. Ti voglio bene, mi manchi molto.

Isabel

P.S. ti farò sapere se sarò promossa, in un modo riuscirò

 

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