È pervenuto presso la Direzione Generale Territorio e Protezione Civile lo studio commissionato dal comune di Tavernola Bergamasca, con il contributo finanziario di Regione Lombardia, riguardante la formulazione degli scenari più probabili della frana che si è verificata lungo il lago d’Iseo, nel territorio del comune di Tavernola Bergamasca (frana del Monte Saresano).
Lo comunica l’assessore regionale al Territorio e protezione civile Pietro Foroni.
La relazione tecnica è stata realizzata dallo Studio Geoter di Ardesio, sotto la guida del geologo Sergio Santambrogio, e dalla spin-off EG4RISK guidata dal professor Giovanni Crosta del Dipartimento di Geologia e Geotecnologie dell’Università di Milano Bicocca.
“Nonostante i tempi molto ristretti – ha rilevato l’assessore Foroni -, la studio ha permesso di individuare tre possibili scenari di frana e per ciascuno sono state effettuate le simulazioni di ‘espandimento’ in caso di collasso totale o parziale della frana stessa”.
LE TRE IPOTESI RILEVATE – I tre scenari sono caratterizzati da volumetrie diverse comprese tra 440mila metri cubi (scenario minimale) sino a 2,1 milioni di metri cubi di roccia in movimento (scenario massimo). Le simulazioni di scendimento ed espandimento della frana in caso di collasso, mostrano che nel caso dello scenario minimale (volume frana 440.000 metri cubi) con parametri geotecnici sfavorevoli il materiale che raggiunge il lago è sostanzialmente molto ridotto se non trascurabile.
Con lo scenario intermedio (volume frana 1,5 milioni di metri cubi) con parametri geotecnici sfavorevoli, il materiale che raggiungerebbe il lago presenta un volume di circa 350.000 metri cubi, con velocità di ingresso nel lago medio-alte.
Nello scenario peggiore (volume frana 2,1 milioni di metri cubi), con parametri geotecnici sfavorevoli, il volume che arriva a lago sarebbe di circa 600.000 metri cubi con velocità elevate. Con parametri geotecnici più favorevoli, le quantità di materiale che arriverebbero a lago sarebbero molto più contenute e nell’ordine di circa 100.000 metri cubi massimi.
Tutte le simulazioni di scendimento interessano comunque la zona della Cementeria Italsacci, le strade provinciali a lago, nella parte alta del versante e la strada per Parzanica ed altre aree del comune di Tavernola Bergamasca.
“Gli scenari di frana sono indispensabili per poter aggiornare i Piani di Emergenza di Protezione Civile di Tavernola – ha sottolineato l’assessore Foroni – ma anche di tutti i comuni rivieraschi, soprattutto in relazione agli effetti che la frana potrebbe generare indirettamente con la caduta nel lago d’Iseo”.
Al riguardo, l’Autorità di Bacino lacuale, con un contributo di Regione Lombardia, sta incaricando l’Università degli Studi di Bologna – Dipartimento di Fisica e Astronomia, la massima autorità scientifica italiana nella modellazione delle onde d’acqua sollevate da fenomeni franosi. I primi risultati sono attesi per i primi giorni della prossima settimana.
“Gli studi appena consegnati – ha spiegato l’assessore regionale – contengono, inoltre, valutazioni sul monitoraggio della frana stessa che attualmente è in fase di decelerazione costante, e propongono le prime valutazioni circa le soglie di Attenzione, Pre-allarme e Allarme con la strumentazione Radar gestita dalla Provincia di Bergamo; un sistema di controllo innovativo ed affidabile da utilizzare per la gestione del rischio nelle aree interessate dalla frana”.
E’ stato programmato per giovedì 11 marzo, insieme con Regione Lombardia, la Provincia di Bergamo, la Prefettura e i Comuni di Tavernola, Parzanica e Vigolo, un incontro per definire i primi provvedimenti finalizzati a trovare una soluzione tecnica per la gestione delle strade provinciali e comunali attualmente chiuse con l’isolamento di Parzanica; visto il trend di decelerazione costante della frana, le strade potrebbero invece essere parzialmente riaperte in massima sicurezza, con alcune condizioni specifiche grazie al monitoraggio costante della frana.
Venerdì 12 marzo, inoltre, si terrà un incontro in videoconferenza con tutti gli enti pubblici coinvolti e le Prefetture di Bergamo e Brescia per illustrare i contenuti tecnici degli studi effettuati e per fare il punto sulla pianificazione d’emergenza in corso di definizione attraverso le Comunità Montane dei Laghi Bergamaschi e del Sebino Bresciano.